lunedì 5 novembre 2018

L'auto ecologica ( 2 )

L'auto ecologica non esiste. Per funzionare, un'automobile deve avere una strada; e le strade distruggono l'ambiente. Su una strada non cresce niente, se ci passano le automobili; quasi niente sulle strade sterrate, niente del tutto sull'asfalto o sul cemento, per chilometri e chilometri. Vale anche per i fuoristrada, che corrono sulle stesse strade delle altre automobili e che inoltre fanno danni (rendendo onore al loro nome) anche fuori dal manto stradale. Esiste l'automobile che inquina meno delle altre, certo: si è provveduto a migliorare i gas di scarico, ed è certo un'ottima cosa, ma ecologia è il rapporto con l'ambiente, e se si distrugge l'ambiente cosa resta?
Sembra una banalità, o magari un discorso strano (così strano che non lo inizio mai, so già come mi guardano se tocco questo tasto), ma l'auto ecologica è una contraddizione in termini, ed è triste constatare che l'aggettivo "ecologico" sia diventato solo un espediente del marketing. Ti compri un'auto nuova e sei ecologico: ma non è vero, se ci pensi solo un attimo ti accorgi che non può essere vero.

Provo a mettere qui qualche spunto di riflessione, giusto per provare a pensare almeno un po' a cosa succede. Di solito mi chiedono "e allora tu cosa vorresti fare", ma io non sono nessuno e non posso farci niente, solo vorrei che almeno se ne parlasse. Comunque sia: 1) Le buche nelle strade, tutti si lamentano ma nessuno pensa a cosa succede: anche volendo sorvolare sulle più che probabili truffe degli asfaltatori (l'utilizzo di materie prime scadenti, per esempio), va detto che il traffico aumenta da decenni in maniera esponenziale. Non solo le auto sempre più grosse e pesanti (i suv) ma anche i Tir che riforniscono i centri commerciali, i furgoni delle consegne a domicilio (ci avete mai pensato? tutti incensano il commercio on line, ma poi le consegne le fanno con i furgoni, e sono tanti, e anche molto aggressivi). 2) I ponti che crollano: non è solo l'invecchiamento del cemento armato, c'è anche il traffico più che raddoppiato rispetto a quando furono progettati. Molte più auto, sempre più grosse e pesanti, e molti tir e furgoni. 3) I camper: chi usa un camper passa per un amante dell'ecologia, ma avete mai fatto caso a quanto è grande un camper? Ricordo racconti di camperisti o roulottisti che si vantavano di essere passati su stradine strette di montagna, magari in Sardegna o in Corsica... 4) Il motocross e anche il ciclocross, stesso discorso. Una persona sola, o magari due, possono anche tagliare per i boschi; ma se ci si fanno le gare, che fine fa il bosco, o il prato? 5) I parcheggi: qui in paese si sono lamentati per i parcheggi fuori dalla scuola elementare, ed è ovvio che tutti siamo in difficoltà e vorremmo trovare parcheggi più facili, però basta un piccolo calcolo per capire che si tratta di trecento o quattrocento auto che ogni giorno al termine dell'orario scolastico convergono in quel punto preciso. Che si fa, un paese tutto di parcheggio? Per fare il parcheggio attuale sono state demolite tre villette con giardino e un'area coltivabile, ma ancora non basta. 6) I fuoristrada sono benemeriti se usati dalle poche persone che ne hanno veramente bisogno, guardaboschi, pompiere, ambulanze; se ne passa uno ogni tanto non succede quasi niente, se ne passano decine o centinaia arrivano le frane. E poi, non è detto che queste "super automobili" servano sempre: lo spettacolo dei suv buttati là dalle mareggiate o dalle recenti alluvioni fa impressione.
Eccetera, di esempi se ne potrebbero fare tanti altri: per esempio la Strada Regina sul lago di Como, dove c'erano delle case (case d'altri tempi) che rallentavano il traffico, a dire degli automobilisti. Oggi quelle case sono state abbattute, la strada è stata allargata, ma gli intasamenti ci sono lo stesso, basta poco sulla Regina per fare fermare tutto. Le frane, per esempio. Forse quelle case erano lì per dirci che avere la Regina era giù un miracolo, o un lusso: sulle sponde del lago, di là la ripa scoscesa della montagna, di qua la ripa scoscesa che porta al lago, con magari la cascatella in mezzo e i massi sospesi tenuti fermi dalle reti (chi ci è passato lo sa, suggestivo ma anche da brividi). Se poi ci facciamo passare anche i suv e i tir...
 

Ecco, questo è il discorso che avrei voluto iniziare tante volte. So già che poi mi dicono, con una smorfia sarcastica, "ma allora tu cosa vorresti fare?". Non lo so, io non sono nessuno e non ho suggerimenti da dare, al massimo - così passo davvero per matto, lo so già - posso suggerire di leggere l'ottocentesco Samuel Butler, che in "Erewhon", nei capitoli intitolati "Il libro delle macchine" aveva già capito tante cose. (qui)

(il disegno è di John Falter, la foto era on line senza indicazioni sull'autore)

2 commenti:

  1. Il cambiamento sociale dovrebbe essere radicale se vogliamo pensare ad un futuro vivibile per tutti. Radicale! I cambiamenti radicali fanno paura, si fa TUTTO per evitarli. Quindi ... tutti tranquillamente in automobile e chi se ne frega del futuro. Pensarci fa bua.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la Natura si è già ripresa 200 Km di strade, in Veneto...e tutto in pochi giorni. Fa poi una gran rabbia vedere cosa è successo in Sicilia con la villetta abusiva sul letto del torrente (12 morti), così come a Rigopiano la nevicata dell'anno scorso. Intanto, i responsabili dei tre megacondoni edilizi vanno in tv a dare lezioni su come si deve fare (dico Tajani, la Lega tutta, gli ex missini) (il Po ha tenuto, fino ad ora)

      Elimina