Un attimo dopo, mentre continuo a camminare verso la porta del giardino, si fa sentire in lontananza, in principio appena udibile, poi sempre più vicino e chiaro, un lieve tintinnio, come quello che può risultare dallo sbattere di una medaglietta contro le borchie metalliche di un collare; e, quando mi volto, vedo Bauschan in piena corsa voltare l’angolo posteriore della casa e precipitarsi su di me, come se volesse buttarmi a terra. Per lo sforzo solleva un po’ il labbro inferiore, così da scoprire due o tre dei suoi incisivi, che luccicano di un bianco candido al sole del mattino.
(...)
È un bracco tedesco a pelo raso, se non si prende troppo alla lettera questa definizione, ma la si intende con un po’ di buonsenso, perché un bracco come lo descrivono i libri di stretta osservanza, Bauschan non lo è proprio. Prima di tutto, forse è un po’ troppo piccolo, decisamente “al di sotto”, devo sottolinearlo, delle dimensioni di un cane da punta; poi anche le zampe anteriori non sono ben diritte, anzi sono un po’ piegate all’infuori, cosa che probabilmente non corrisponde con esattezza all’immagine del bracco di razza.
(...) Soprattutto gli occhi sono belli, dolci e intelligenti, anche se sporgono un po’ vitrei. L’iride è di un color bruno ruggine, lo stesso del manto; ma in effetti, a causa della forte dilatazione della pupilla dai riflessi neri, forma solo un sottile anello, il cui colore del resto sfuma e si perde nel bianco dell’occhio. (...)
E a un tratto, sporgendo la testa e aprendo e chiudendo in fretta le labbra, scatta verso il mio viso, quasi volesse mordermi il naso; pantomima che evidentemente vuole essere la risposta al mio discorso e che ogni volta, come Bauschan sa già in anticipo, mi fa indietreggiare di colpo ridendo. È una specie di bacio a mezz’aria, tra l’affettuoso e il burlesco, una manovra che gli è caratteristica fin dall’infanzia, mentre io non l’avevo mai notata in nessuno dei suoi predecessori. Del resto si scusa subito della libertà che si è preso, con scodinzolii, brevi inchini e un’espressione fra imbarazzata ed allegra. Poi, dal cancello del giardino, usciamo all’aperto.”
Thomas Mann, “Cane e padrone” ed. Newton
Traduzione di Brunamaria Dal Lago Vener
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È un bracco tedesco a pelo raso, se non si prende troppo alla lettera questa definizione, ma la si intende con un po’ di buonsenso, perché un bracco come lo descrivono i libri di stretta osservanza, Bauschan non lo è proprio. Prima di tutto, forse è un po’ troppo piccolo, decisamente “al di sotto”, devo sottolinearlo, delle dimensioni di un cane da punta; poi anche le zampe anteriori non sono ben diritte, anzi sono un po’ piegate all’infuori, cosa che probabilmente non corrisponde con esattezza all’immagine del bracco di razza.
(...) Soprattutto gli occhi sono belli, dolci e intelligenti, anche se sporgono un po’ vitrei. L’iride è di un color bruno ruggine, lo stesso del manto; ma in effetti, a causa della forte dilatazione della pupilla dai riflessi neri, forma solo un sottile anello, il cui colore del resto sfuma e si perde nel bianco dell’occhio. (...)
E a un tratto, sporgendo la testa e aprendo e chiudendo in fretta le labbra, scatta verso il mio viso, quasi volesse mordermi il naso; pantomima che evidentemente vuole essere la risposta al mio discorso e che ogni volta, come Bauschan sa già in anticipo, mi fa indietreggiare di colpo ridendo. È una specie di bacio a mezz’aria, tra l’affettuoso e il burlesco, una manovra che gli è caratteristica fin dall’infanzia, mentre io non l’avevo mai notata in nessuno dei suoi predecessori. Del resto si scusa subito della libertà che si è preso, con scodinzolii, brevi inchini e un’espressione fra imbarazzata ed allegra. Poi, dal cancello del giardino, usciamo all’aperto.”
Thomas Mann, “Cane e padrone” ed. Newton
Traduzione di Brunamaria Dal Lago Vener
Solo Thomas Mann poteva chiamare il cane con un fischio che è "l’inizio della melodia che apre il secondo tempo dell’Incompiuta di Schubert". Mi fa quasi paura :-)
RispondiElimina:-)
RispondiEliminaIn me, invece, ha destato una certa meraviglia il tono leggero, insolito per Mann, dell'incipit; forse per questo, dopo aver riportato qui la prima pagina e aver così arricchito la voce "cani" dell'archivio del cavallino, ho chiuso il libro e l'ho rimesso a riposare in libreria.
:-)
Io avevo cominciato a leggerlo molto tempo fa, ma l'ho trovato noioso, l'ho piantato lì e non l'ho più riaperto...
RispondiEliminaTi capisco. Da Mann vogliamo altro, penso.
RispondiEliminaBuona domenica!:-)
Certo non è da tutti i cani esser chiamati "melodiosamente" dal loro padrone, né aver l'onore di apparire in una statua con cotanto scrittore, ma, si sa, Statuae manent. Buona domenica, gemellina!
RispondiEliminahttps://commons.wikimedia.org/wiki/File:Skulpturengruppe_Thomas_Mann_mit_Bauschan.jpg
Grazie, per la segnalazione! Non sapevo che Bauschan fosse celebre fino a questo punto!
RispondiEliminaBuon lunedì:-)
adoro Mann anche quando parla di cani....
RispondiEliminaParlare di cani non è un limite sicuramemente. Forse Mann offre il meglio di se’ quando descrive gli uomini:-) È un autore che amo molto anche io e sono in debito con lui per le b llissime ore che ho trascorso leggendo i suoi romanzi più noti, La montagna incantata soprattutto. Ciao!:-)
RispondiEliminaAnche per me La montagna Incantata è il vertice assoluto della letteratura, l'ho letto e riletto infinite volte, ogni volta scoprendo qualcosa di nuovo e ulteriormente affascinante, ma anche I Buddenbrook mi fa lo stesso effetto, ogni anno lo rileggo , traendone delizie ulteriori. Ho letto tutto Mann, affascinante e vertiginoso sempre, certo i miei preferiti sono quelli sopra citati.
EliminaSì, la penso come te. Ricordo ancora alcune scene e figure della Montagna e dei Buddenbrook, sebbene li abbia letti almeno venti, trent'anni fa. Diversamente da te, non ho mai riletto queste opere ma mi riservo di farlo quando arriverò ad avere più tempo per me... E' un periodaccio, la scuola mi assorbe completamente e ho solo un po' di spazio per leggere ciò che non conosco...
RispondiEliminaGrazie e, vista l'ora, buonanotte! :-)