«Caspita! - fece l'Imbriani col poco
fiato che gli rimaneva - Doveva essere un gatto ben prezioso! E chi
era mai il padrone? Lei lo sa? »
« Sì che lo so. Il suo padrone era
Dio, Nostro Signore. »
« Un gatto di Dio? Come è possibile?
»
« Tutti i gatti sono di Dio», fece il
passante, e alzò un dito ammonitore.
(Dino Buzzati, Il delitto del cavaliere
Imbriani, da "Il crollo della Baliverna")
(Willy Ronis, 1957, Francia)
Immenso Buzzati. Ma i gatti SONO divinità. :)
RispondiEliminaBashtet :-) ne ho due in giardino...
EliminaUn racconto inquietante, così come molti altri di Buzzati. Uno scrittore che adoro, ad ogni modo. Qualche anno fa la Mondadori ha raccolto tutti i suoi scritti sul mondo animale in un doppio volume in cofanetto, "Il Bestiario".
RispondiEliminaper me Dino Buzzati è stato importante, scriveva regolarmente sul Corriere dei Piccoli ed è stato per me (e so che è stato così anche per molti altri) l'introduzione alla grande letteratura, e ai libri difficili.
EliminaI gatti sono stati adorati nella storia, ma anche terribilmente bistrattati. Un gatto che appartiene a Dio è un'immagine bellissima. ^_^ E chissà quante infinite coccole gli avrà fatto il suo proprietario...
RispondiEliminaDi Buzzati so che aveva dei cani, uno è in un suo famoso disegno. Il titolo del racconto è comunque molto indicativo, è una storia tragica. C'è anche un altro bel racconto di Buzzati, ma è troppo lungo per il nostro blog: "Il cane che ha visto Dio".
RispondiEliminaCome dar torto a Buzzati!
RispondiEliminaTi segnalo una leggenda sui Kedi (gatti in lingua turca)e una razza molto particolare:
https://gialli-e-geografie.blogspot.it/2010/10/dizionario-viatorio-istanbul-2a-parte.html
sapevo dei gatti di Man, non dei Bascat con gli occhi di colore diverso. Io porto i pantaloni, non potrei tagliarmi quindi un lembo della veste :-) ma certo disturbare un gatto che dorme dispiace sempre.
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