lunedì 31 ottobre 2016

I cigni di Bruges


fai click qui
" Ma il volto della Città è soprattutto quello di una Credente. Da Lei, dai muri dei suoi ospizi e dei conventi, come dalle tante chiese inginocchiate nelle loro tuniche di pietra, emanano consigli di fede e di rinunzia.(...) Per le strade vuote, dove di tanto in tanto sopravvive un lampione, si muoveva in lontananza qualche rara figura; donne del popolo con lunghe mantelle, quelle mantelle di panno, nere come le campane di bronzo e ugualmente oscillanti. (...)
Ma fra tutti i suoi pellegrinaggi attraverso la città, Hugues amava in particolare l'ospedale Saint-Jean, dove era stato il divino Memling (...). Hugues pure vi si recava con la speranza di guarire, di lenire la sua retina in fiamme lungo quelle pareti bianche...
Il grande Catechismo della Quiete!
I giardini interni, circondati di bosso; le stanze dei malati, tutte distanti, dove si parla a voce bassa. Passano delle religiose, turbando appena il silenzio, come i cigni dei canali muovono impercettibilmente la superficie dell'acqua. Nell'aria fluttua un odore di panni umidi, di cuffie sgualcite dalla pioggia, di tovaglie d'altare appena tolte dagli armadi antichi...
 (...)
Quella sera, tornandosene lungo i quais, si sentì inquieto, minacciato da un pericolo sconosciuto. (...) Nel canale che stava costeggiando si agitarono i cigni, quei bei cigni secolari, discesi, secondo la leggenda, da un antico blasone... Cigni dell'espiazione, che la città fu condannata a mantenere in eterno, per aver messo a morte ingiustamente il nobile alle cui insegne appartenevano. Essi, di solito così bianchi e calmi, a un tratto si spaventarono: impressionati e febbrili, graffiando la superficie screziata del canale, si mossero attorno a uno di loro, che batteva le ali e si sollevava sull'acqua... "

Geoges Robenbach, Bruges la morta, Fazi editore

2 commenti:

  1. Ciao.
    Non credo che siamo in molti ad avere letto questa opera quasi dimenticata, che mi è parsa un po' opaca ma fa venire una voglia pazza di andare a Bruges in autunno od in inverno, quando le torme del turismo organizzato la lasciano in pace.
    Se ti va, leggi la mia recensione qui:
    https://delfurore.wordpress.com/2016/01/09/tra-simbolismo-e-melodramma-lopaco-specchio-di-unepoca/

    RispondiElimina
  2. Ho visto Bruges un paio di anni fa e sono rimasta delusa assai. Siamo in troppi ( noi turisti ), hai ragione, e dell'atmosfera che mi aspettavo non ho colto che qualche piccolo segno nei luoghi più lontani dalla piazza principale e dai ristoranti. Il Belgio è comunque una sorpresa. Ti segnalo La Hulpe, una bellissima tenuta non distante da Bruxelles; qui si trova la fondazione Folòn.. ( è un incanto! ).
    Il romanzo non mi è dispiaciuto.. Vado a vedere cosa ne hai scritto.
    Ciao:-)

    RispondiElimina