Il 3 agosto 1946 l'ingegnere capo di
una nave mercantile americana scrisse una lettera divertita ad
Einstein, raccontandogli un episodio successo a bordo. Il nostromo e
il carpentiere avevano trovato un gattino mezzo morto di fame in un
porto tedesco e lo avevano adottato, portandolo a bordo e dandogli da
mangiare in abbondanza, così che il gattino si riprese, crebbe, e si
affezionò ai genitori adottivi. Poi un giorno graffiò un marinaio
che voleva giocare con lui; e il marinaio, lanciando un urlo, disse
che il gatto era matto. Il nostromo difese l'animale affermando che
era matto come Einstein, il quale aveva avuto l'intelligenza di
lasciare la Germania per emigrare negli USA. Da qui in avanti in
gatto venne ribattezzato dai marinai "Professor Einstein"
(i marinai non sapevano distinguere tra "relatività" e
"relazione").
Il 10 agosto 1946 Einstein rispose
così, in inglese:
« La ringrazio per la sua cortese
lettera e per le interessanti informazioni che mi manda. Invio i più
cordiali saluti al mio omonimo, anche da parte del nostro gatto che
era molto preso dal racconto e perfino un po' geloso, per il semplice
motivo che il suo nome, "Tigre", non esprime, come nel
vostro caso, una stretta relazione con la famiglia Einstein. Con i
migliori saluti ai genitori adottivi del mio omonimo e al mio omonimo
stesso....(pag.91 di "Albert Einstein, il lato umano", ed. Einaudi 1973, traduzione A.M.Gilberti)
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