Entrò in un bar - una casa verde, una
specie di castelletto con i merli - all'angolo di via Meliàn con via
Olazabàl. Dietro il banco c'era un individuo malaticcio e molto
sporco. (...) Gauna ordinò una grappa. Dopo il terzo bicchiere sentì
una voce gutturale, stridula e, secondo quanto gli sembrò,
diabolica, che ripeteva: "La fortuna". Si voltò a destra e
vide avanzare verso di lui, sull'orlo del banco, una cocorita. Più
indietro, più in basso, rigidamente allungato su una piccola sedia,
quasi sdraiato per terra, un uomo riposava, con la faccia rivolta al
soffitto; accanto all'uomo, appoggiata alla spalliera di una sedia
identica, c'era una cassetta che aveva nel mezzo, a modo di piede, un
lungo palo. La cocorita insisteva: "la fortuna, la fortuna";
continuava ad avanzare e ormai era vicinissima. Gauna voleva pagare e
andarsene, ma il barista era scomparso da una porta aperta sulla
penombra del retrobottega. L'animale agitò le ali, aprì il becco,
rizzò le sue piume verdi e, subito, recuperò la sua liscezza; poi
fece un altro passo verso Gauna. Questi si rivolse all'uomo coricato
sulla sedia.
- Signore, - gli disse - il suo
pappagallino vuole qualcosa.
L'altro, immobile, rispose:
Inalberando la cassetta, si alzò con
durezza e agilità. Gauna vide che aveva una gamba di legno.
- Lei è pazzo - replicò, osservando
con disgusto che il pappagallino si preparava, con apprezzativi
movimenti della testa, ad arrampicarsi sulla sua mano.
L'uomo ribassò con prontezza:
- Dieci centesimi.
Afferrò la cocorita e la mise davanti
alla cassetta. L'animale tirò fuori un foglio verde. L'uomo lo prese
e lo consegnò a Gauna. Questi lesse:
«Gli dèi, quel che lei vuole e che
domanda,
io, pappagallo informato, l'avverto,
non si perda il banchetto della vita.»
Gauna commentò:
- Sospettavo che fosse un uccello
bilioso. Non vuole che io sia fortunato.
- Non le permetto di dire questo -
replicò l'uomo, infuriandosi e guardando in faccia Gauna - Noi due
vogliamo sempre la fortuna del cliente. Su, mi faccia vedere il
foglietto. Ha visto, non sa neanche leggere: qui dice in lettere di
stampa che lei otterrà quel che cerca e quel che chiede. Non so cosa
vuole di più, per questa modica somma.
- Va bene - rispose Gauna quasi
convinto - ma nel foglietto si dichiara un pappagallo mentre invece è
una cocorita.
- E' un pappagallo rimpicciolito -
rispose l'uomo.
Gauna gli diede una moneta, pagò la
grappa e uscì dal locale. (...)
(Adolfo Bioy Casares, Il sogno degli
eroi, pagg.89-90 edizione Bompiani 1968; traduzione di Livio Bacchi
Wilcock)
(l'attrice qui sopra è Anne Francis, protagonista di "Il pianeta proibito")
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