Tra i nostri compagni di pianeta c’è anche un certo animalino il cui nome, francamente, ignoro e con tutta probabilità ignorerei quando pure mi fossi dato la pena di consultare i più minuziosi repertori zoologici. Per darne un’idea alla svelta, dirò che le sue dimensioni appaiono estremamente ridotte ( sui quattro o al massimo cinque millimetri ) ; che la sua forma è all’incirca quella tra rotondeggiante ed oblonga di molti insetti; che il suo colore è di un bianco abbagliante; che il suo aspetto generale è quello di un minuscolo piumino.
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Pseudococcus longispinus |
Lo si incontra di solito sotto le acacie; percorre il terreno, rispetto a lui accidentatissimo, con aria indaffarata. Cosa poi cerchi tanto vivacemente, so meno che mai ( è bensì vero che tal famoso abitante di Sirio non seppe cosa pensare della nostra umana agitazione ). M'è piaciuto raccattarne alcun esemplare, a tempo perso: come lieve, come innocuo; come fidente, oso dire. Sebbene da me di proposito stuzzicato, non mi pinzava, non mi faceva alcun male, mi evitava persino il suo proprio peso; traversava la mia mano inavvertito, non fosse stato per il mio sguardo che attentamente lo scrutava, a null'altro badando che a trarsi da quella rischiosa situazione senza mio danno.
Ora, un giorno, a tal perdigiorno pensosamente e disperatamente seduto al rezzo uno di questi animalini salì per caso sulla scarpa. E il perdigiorno lo lasciò salire; lo aspettò su per i pantaloni; infine con una lieve pressione del pollice...
E perché poi lo uccise? Perché fatto feroce dalla sua stessa disperazione, perché uomo, sta bene; ma forse solo perché la creatura in parola era piccina, indifesa, leggera. Ecco sì: tanto senza peso, da doversene quasi forzatamente concludere che fosse...senza peso appunto, senza significato.
da
Animalini in
Diario perpetuo di Tommaso Landolfi, ed. Adelphi
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