sabato 17 settembre 2016

Inventario


Mario Tobino era un medico, primario di psichiatria dagli anni '30 fino agli anni '60. "Le libere donne di Magliano" racconta la vita quotidiana nel manicomio nei pressi di Lucca

La gran novità è la civetta. Il dottor Oliviero, che è cacciatore, ha portato alla Lella, perché gliela allevi, una giovane civetta, che ora trionfa in cucina dentro una gabbia fatta di ramuscoli verdi intrecciati. Così abbiamo, nel reparto medici, diretto inflessibilmente dalla malata Lella:
due gattini (uno bianco e uno nero);
i garofani (gelosamente custoditi);
Fido, il cane dello stesso dottor Oliviero (che però è il festosissimo ospite di solo dieci giorni ogni tre o quattro mesi);
Cecco, il merlo del dottor V. (però ospite solo d'estate, quando il dottor V. va in ferie e porta Cecco alla Lella perché lo custodisca);
una cagna (ospite saltuaria), nera e lucida, forse di buona razza, che ogni sera alle sette viene a mangiare il cibo che la Lella nascostamente le ha preparato in un angolo del giardino;
e ora la civetta, stabile, superba e indifferente. La Lella, che si riempie il cuore di trilli con queste bestie, già l'ha abituata a beccare delicatamente la carne che le viene offerta nel palmo della mano.
Ci sono poi dei gatti saltuari e oscuri, ed anzi, più precisamente, delle gatte, amanti dei due nostri gatti, alle quali la Lella prepara da mangiare dentro un chioschetto con la speranza che i nostri gatti avendo le amanti sotto la finestra non vadano a passare la notte lontano.
(Mario Tobino, Le libere donne di Magliano  pag.56-57 ed. Oscar Mondadori 1967)

(Mario Tobino in una foto dai suoi libri)

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