venerdì 16 settembre 2016

Gatti e topi lucchesi

Qui siamo in campagna e spesso si vedono correre topi di diversa misura. Oggi mentre ero sdraiato sul letto mi sono sentito vellicare la nuca. Era successo che stanotte mi ero svegliato perché un topino frugava e gli ho dato la caccia, anche con la granata, ma senza successo. Sdraiato sul letto, sentendo il vellichio non me ne sono curato rifiutando di indulgere alle suggestioni. Ma dopo un poco proprio sotto la testa ho udito un grazioso pigolio e mi son detto: «E' lui», infatti ho sollevato il guanciale e subito dopo l'ho ricalato e compresso perché c'era, un topino piccolo e gentile. Ho stretto i due guanciali che nascondevano il topino e sono riuscito ad arrivare alla porta, e fuori li ho aperti; il topino è caduto in terra ed è corso via; per un po' l'ho lasciato correre poi, ricordandomi l'irritazione notturna, l'ho ucciso, con un po' di ribrezzo.
Suor Giacinta mi ha promesso che stasera alle otto mi porterà la gattina della Giuffré, una malata che ha una gatta affezionatissima, dal pelo nero lustro con una chiazza bianca per metà muso. Ho pensato di mettere la gatta nella cucina che c'è dopo il mio andito e rinchiuderla. Vedremo se ci starà o se non diverrà una diavolessa per sentirsi serrata.

(ore otto) Mi hanno portato la gattina, c'era suor Giacinta, una infermiera e la Giuffré con la gattina spaventata in braccio. C'era un'aria come la portassero, eccitate, a fecondare. Suor Giacinta, poiché pioveva, per attraversare il giardino esposto al cielo ha rannicchiato le ali della cornetta e ha detto a chi le offriva l'ombrello: «No! no! domani è domenica e me la cambio!» ed è fuggita via sotto l'acqua; era ritornata fanciulla. La gattina ora è di là, sola, in cucina, spaurita; le ho lasciato la luce accesa. Si è nascosta nella penombra tra l'acquaio e i fornelli. La Lella, quando è venuta a portarmi il caffè e gliel'ho fatta vedere ha esclamato gelosa che era più bello il suo gatto, quella "bestiaccia" invece faceva paura.
Se stanotte sento il brusichio di un topo, libero la gatta e vediamo se, da desiderosa di fuggire, improvvisamente attenta si mette a cacciare come successe quella volta col gatto della Lella che, piccolo Napoleone, in un attimo fece prigioniero il topino.

(Mario Tobino, Le libere donne di Magliano, pagg.128-130 edizione Oscar Mondadori 1967)

(la gatta è di Inogaki Tomoo)

2 commenti:

  1. Non è che suor Giacinta, pentita per aver portato la gattina, ha usato la cornetta per salvare un topino? Con una suora con quel nome non puoi mai sapere..
    :-)

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