martedì 16 ottobre 2018

Siamese


Mi quand nassi un'altra volta / nassi un gatt de portinara
scriveva Delio Tessa un centinaio d'anni fa, in una delle sue poesie più simpatiche ("ol gatt del scior Pinin"). 

E appunto un "gatt de portinara" era il nostro siamese perché nato in casa di mia zia Maria, che a Parma faceva appunto la portinaia di uno stabile insieme al marito zio Aldo (zia Maria abita ancora lì). Un'inquilina che stava traslocando le aveva regalato una coppia, e la coppia ovviamente non aveva perso tempo. I gattini erano belli e andavano a ruba, così un giorno mia sorella (all'epoca diciottenne) decise che dovevamo assolutamente avere un gatto; la zia prese il più bello (parole sue) e noi tutti ci ritrovammo inopinatamente nella primavera 1975 con un gatto in casa. 
Andò a finire così: il gatto e mia sorella non andarono mai d'accordo, mia sorella di lì a poco cominciò a pensare ad altro (matrimonio), e intanto il siamese si era affezionato a tutti noi, e noi a lui. Si era affezionato a ognuno di noi in un modo diverso: mio padre, immediatamente riconosciuto come Capo, era una specie di divinità ma affettuosa; il Siamese lo aspettava religiosamente ogni pomeriggio dopo le 17, quando tornava a casa dal lavoro, e prendevano il caffè insieme - cioè, mio padre prendeva il caffè mentre il gatto no, il gatto andava a dormirgli sulle gambe rendendogli difficoltoso bere il caffè, ma così funzionava senza il minimo problema. Mia mamma era ovviamente la Mamma, l'unica a cui abbia mai fatto le fusa; mio fratello maggiore era il Fratello che aspettava la sera per andare a dormire (se tardava, il siamese diventava inquieto). Quanto a me, oltre che compagno di giochi ero diventato il suo punto di riferimento musicale; l'ho avuto compagno fedele di ascolto per quasi un decennio e aveva gusti molto precisi - ma per chi fosse interessato forse è meglio leggere qui. Mio papà non c'è più dal 1981, una malattia veloce e terribile (chi ci è passato sa cosa voglio dire); il gatto ne sofferse molto, anche più di noi se possibile, dopo sei anni di amore assoluto. Il siamese visse ancora un paio d'anni, ma non era più la stessa cosa: mio fratello si era sposato, io lavoravo ed ero sempre fuori casa, era arrivato un bambino nuovo, il gatto stava bene ma era spesso in casa da solo. Le cose cambiano, anche per i gatti.






PS: io dico e scrivo Siamese, oggi i noiosi vorrebbero "pointed black" perché era un gatto muscoloso e robusto, un piccolo puma, quindi non flessuoso e sottile come i siamesi degli allevamenti; ma lui (lo so per certo) si ricordava ancora dei suoi antenati nelle giungle dell'Indocina, almeno nei suoi sogni, pur essendo gatt de portinara; e quindi Siamese sia per sempre, ancora oggi, nel mio ricordo e in quello della mia famiglia.


Pensa ed opra,
varda e scolta,
tant se viv e tant se impara;
mi, quand nassi on'altra volta,
nassi on gatt de portinara!
Per esempi, in Rugabella,
nassi el gatt del sur Pinin... (...)


(dall'edizione in due volumi delle poesie di Delio Tessa, a cura di Dante Isella, ed.Einaudi 1999, pag.83)





6 commenti:

  1. Anch'io ho avuto un siamese, mi piaceva immergermi nei suoi bellissimi occhi azzurri. Così, quando posso, li fotografo. Ti mando questo scatto, fatto poco tempo fa in un posto di mare, che mi ha fatto molta tenerezza. Spero si apra.

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    1. io più che altro mi immergevo nelle sue grinfie :-) avevo sempre le mani graffiate ma giocare con lui era troppo divertente. Mi manca ancora oggi come compagno di musica...
      vado a vedere se trovo la foto

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  2. ...quando lessi il primo post, "un grande critico musicale", non sapevo ancora che a Parma c'era zia Maria..:-)

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  3. Il gatto ce l'avevo anch'io, era sia-mese ma di taglia piccola, praticamente era un sia-settimana.

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  4. per esempio adesso sto ascoltando la prima sinfonia di Brahms, una delle sue preferite

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