Perché i cinesi la ravvisano in forma
di volpe o di donna volpina? Jilek mi rammenta la collezione di
storie di volpi soprannaturali opera di Pu Song-Ling, che usci in
versione inglese a New York nel 1946 (Chinese Ghost and Love Stories)
con una prefazione di Martin Buber. Buber invitava a considerare i
significati che germogliano nella mente osservando una volpe che
d’inverno attraversa un fiume o un lago ghiacciati. Mentre trotta,
di continuo abbassa il capo per cogliere con l'orecchio i fruscii
delle correnti nascoste sotto il lastrone: vive nel mondo superiore,
luminoso, yang, ma nello stesso tempo ascolta i moti nascosti della
tenebra, yin; è consapevole dell’una e dell’altra sfera. Media.
Lo spirito volpino appartiene al mondo delle pure energie, dello
spirito, ma cala nel nostro, nella materia, attraverso la porta dei
sogni. Se lo fa con dispetto e perfidia, addio sesso. (...)
Elémire Zolla, dal Corriere della Sera
22 febbraio 1988 (Un morbo mitico in Thailandia)
(poi pubblicato nel volume "Lo
stupore infantile", ed. Adelphi)
Quanto è affascinante questo animale nell'immaginario di tanta tradizione.
RispondiEliminaIn queste settimane sto preparando lo spettacolo Il Piccolo Principe e nella scena della volpe nel gruppo si avverte automaticamente una certa commozione. È potente, immenso questo personaggio. E ho un'attrice perfetta nel ruolo. :)
il saggio per intero è abbastanza curioso, direi anche imbarazzante, ma riporta un mito autentico e quindi Zolla non poteva non censirlo nella sua Storia delle Religioni (non ha mai scritto un libro con questo titolo, ma tutti i suoi libri ne parlano). Ho scelto queste righe perché l'immagine della volpe sul ghiaccio è magnifica, ma vedo che te ne sei già accorta :-)
Eliminaauguri per il tuo spettacolo e per la volpina
Che meraviglia questo estratto, e magnifica l'immagine con il prodigioso equilibrio della volpe tra due mondi contigui!
RispondiEliminaè il motivo per cui leggevo sempre quello che scriveva Zolla :-) la meraviglia è sempre in agguato, come questa volpe. Richiede molta pazienza e su tante cose magari rimanevo perplesso, ma è un grande scrittore ed è un vero peccato che oggi se ne parli così poco.
EliminaPurtroppo non ho mai visto una volpe sul ghiaccio, anzi, non credo nemmeno di avere mai visto una volpe vera. E' interessante che il mito ne faccia una figura di confine, necessariamente ambigua. La stessa ambiguità la avverto in un contesto per nulla mitico: un racconto di Alice Munro in cui il padre della protagonista alleva volpi: “Quando portavo loro da bere si aggiravano quatte […] senza smettere mai di guardarmi con quegli occhietti d’oro, chiari e vivissimi nei musi appuntiti e malevoli. Erano molto belle, per le zampette delicate, le code aristocratiche e la pelliccia lustra […] ma soprattutto per quei musi affilati, nella loro assoluta ostilità, e per quegli occhi d’oro.”
RispondiEliminaNaturalmente qui le volpi, che vengono allevate per la pelliccia, hanno tutte le ragioni di essere ostili. Però ci vedo anche il segno di una distanza incolmabile fra il mondo animale e quello umano, che suscita negli umani (assai più raramente negli animali) il desiderio a volte fortissimo di superarla (come il tuo uomo-cavallo).
Anche a me piace Zolla, per quel poco che ne ho letto, e mi lascia perplessa.
ti segnalo altri due titoli, se non li conosci: una è "Gone the earth" (La volpe, nel titolo italiano) film del 1950 di Powell e Pressburger (c'è anche su youtube), l'altro è l'opera di Leos Janacek "La piccola volpe astuta" che ha musica meravigliosa e un libretto notevole. In entrambe la domanda: si può addomesticare una volpe? e tanto altro ancora, detto e non detto
Elimina:-)
per l'opera di Janacek c'è anche un film a cartoni animati molto bello, gli ho dedicato un post nel blog "L'opera al cinema"