Naturalmente qui non compare nulla di nuovo, e come potrebbe? Sono solo imitazioni di forme conosciute, impigliate in nuvole gorgoglianti, con un contorno soltanto temporaneo. Sono singoli episodi, gesti isolati come l’impronta dei piedi su un tappeto morbido, che compare e scompare continuamente sempre nello stesso posto. Oppure una mano appoggiata sul tavolo che segue il movimento della scrittura, anche se i movimenti sono incomprensibili, perché realizzati senza penna, senza carta, senza scrittura e perfino senza il resto del corpo.
Olga Tokarczuk, I vagabondi. Ed. Bompiani
illustrazione di Carlo Ravaioli |
Non chiarissimo (forme di prova?), ma affascinante. Com'è questa vincitrice di Nobel? la conoscevi già?
RispondiEliminaForse si riferisce a ciò che può rimanere, può sopravvivere, di qualcuno o di qualcosa. Una forma di prova può essere ciò che lo scrittore o il lettore elabora. Io, per esempio, leggendo, ho provato a immaginare la vita della casa prima del suo abbandono.
RispondiEliminaLa Tokarczuk si fa leggere e trovo incredibile che in commercio , in Italia, ci sia, tradotto, solo il libro che sto leggendo. La Tokarczuk è affascinata dal mistero della materia e dai suoi stati, le sue diverse condizioni. Quando parlo di materia mi riferisco a tutto ciò che ha una sostanza e dunque anche all’uomo.