venerdì 10 maggio 2019

La canzone del cucù


(foto da wikipedia.it )


La canzone del cucù, scritta appositamente da Marvin Hatley nel 1928, è il "marchio di fabbrica" di Stan Laurel e Oliver Hardy e tutti la ascoltiamo sempre con piacere: non per la musica in sè (non è certo un capolavoro) ma perché sappiamo bene che stiamo per vedere (o rivedere) qualcosa di bello.
Non mi sembra però che assomigli davvero al canto del cuculo: lo sto ascoltando proprio in questi giorni, il vero cucù, ed è più lento e scandito. Insomma, il cucù fa davvero cu-cu e non in un altro modo; ma tutto questo, si sa, non ha alcuna importanza quando ci prepariamo per stare in compagnia di Stan e Ollie. (qui per riascoltarla)



Intanto, continuo a non aver mai visto un cuculo dal vero e la cosa un po' mi dispiace. Ne ho trovato però una descrizione attenta nel Kalevala, il poema nazionale finlandese che riprende antichi canti e ballate. La mitologia finnica, nella versione curata agli inizi dell'Ottocento da Elias Lonnröt. Siamo nel secondo canto, o meglio runo: l'eroe Väinämöinen taglia le betulle e dissoda il bosco, per coltivare; lascia solo una betulla e gli uccelli si chiedono perché. Arriva prima un'aquila, Väinämöinen spiega che la betulla serve per il suo riposo, e l'aquila aiuta Väinämöinen a completare l'opera con i suoi poteri magici. Alla fine, il campo è pronto e l'orzo comincia a crescere. Qui arriva il cuculo e ripete la domanda: perchè questa betulla fu risparmiata?
Disse il vecchio Väinämöinen :
«Fu lasciata la betulla
risparmiata, che tu stesso
vi cantassi il tuo richiamo:
canta qui, dolce cuculo:
petto grigio, qui gorgheggia,
qui cinguetta, argenteo petto,
trilla qui, petto di stagno:
fa cucù sera e mattina,
una volta a mezzogiorno:
dì del cielo la bellezza,
de' miei boschi la dolcezza,
delle rive la purezza,
de' miei campi la ricchezza!»
(Kalevala, poema nazionale finnico; edizione Sansoni 1935-1984, versione italiana in ottonari di Paolo Emilio Pavolini, pagina 16)

2 commenti:

  1. Il richiamo del cucù... da piccoli si cantava " cucù, cucù, l'aprile non c'è più, è ritornato maggio, al canto del cucù. Cucù ..." avanti così fino l'autoipnosi ;-)

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    1. grazie :-)
      prima o poi avremo l'inventario completo dei cucù letterari e musicali, un po' alla volta...

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