giovedì 18 aprile 2019

Bibì e le forme


Al tempo che conducevo a spasso Bibí, la cagnolina di mia moglie, le chiese di Richieri erano la mia disperazione.
Bibí a tutti i costi ci voleva entrare.
Alle mie sgridate, sacculava, alzava e scoteva una delle due zampine davanti, sternutiva, poi con un'orecchia su e l'altra giu stava a guardarmi, proprio con l'aria di credere che non era possibile, non era possibile che a una cagnolina bellina come lei non fosse lecito entrare in una chiesa. Se non ci stava nessuno.
«Nessuno? Ma come nessuno, Bibí?» le dicevo io. «Ci sta il piú rispettabile dei sentimenti umani. Tu non puoi intendere queste cose, perché sei per tua fortuna una cagnolina e non un uomo. Gli uomini, vedi? hanno bisogno di fabbricare una casa anche ai loro sentimenti. Non basta loro averli dentro, nel cuore, i sentimenti: se li vogliono vedere anche fuori, toccarli; e costruiscono loro una casa.»
A me era sempre bastato finora averlo dentro, a mio modo, il sentimento di Dio. Per rispetto a quello che ne avevano gli altri, avevo sempre impedito a Bibí di entrare in una chiesa; ma non c'entravo nemmeno io. Mi tenevo il mio sentimento e cercavo di seguirlo stando in piedi, anziché andarmi a inginocchiare nella casa che gli altri gli avevano costruito.
Quel punto vivo che s’era sentito ferire in me quando mia moglie aveva riso nel sentirmi dire che non volevo piú mi si tenesse in conto d'usurajo a Richieri, era Dio senza alcun dubbio: Dio che s’era
foto di Elliot Erwitt
sentito ferire in me, Dio che in me non poteva piú tollerare che gli altri a Richieri mi tenessero in conto d'usurajo.
Ma se fossi andato a dire cosí a Quantorzo o a Firbo e agli altri soci della banca, avrei dato loro certamente un'altra prova della mia pazzia.
Bisognava invece che il Dio di dentro, questo Dio che in me sarebbe a tutti ormai apparso pazzo, andasse quanto piú contritamente gli fosse possibile a far visita e a chiedere aiuto e protezione al saggissimo Dio di fuori, a quello che aveva la casa e i suoi fedelissimi e zelantissimi servitori e tutti i suoi poteri sapientemente e magnificamente costituiti nel mondo per farsi amare e temere.
A questo Dio non c'era pericolo che Firbo o Quantorzo s’attentassero a dare del pazzo.


La voce narrante è quella di Vitangelo Moscarda, il protagonista di Uno, nessuno, centomila di Luigi Pirandello. 

2 commenti:

  1. Pirandello, che grande autore ha avuto l'Italia. I suoi libri arricchiscono l'animo e ti fanno pensare. Bel post
    Un saltuone e alla prossima

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  2. È passato quasi un secolo dalla pubblicazione di Uno, nessuno, centomila e Pirandello continua a essere proposto nelle scuole e a essere recepito come un contemporaneo, segno che le questioni che ha posto sono nodali, ieri come oggi. Straordinaria la sua capacità di trovare immagini e situazioni paradigmatiche, proprio come quelle che si possono rinvenire nel passo che ho riportato.
    Un caro saluto!

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