(illustrazione del 1904)
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«Wer baut auf Wind, baut auf Satans
Erbarmen!»
(Chi fa conto sul vento, fa conto
sulla compassione di Satana)
Il buon Daland, esperto navigatore norvegese, sta tornando a casa e ha già avvistato il porto della sua città dove lo aspetta la figlia Senta; ma il vento improvvisamente cambia e lo costringe a tornare in alto mare. E' qui che incontrerà una nave apparsa all'improvviso, ed è grazie a quel vento (o per colpa di quel vento?) che farà amicizia con il comandante di quella nave, un ricco straniero sconosciuto.
Siamo proprio all'inizio dell'Olandese
Volante (Der fliegende Holländer, "Il vascello fantasma"
nelle prime edizioni italiane) di Richard Wagner, opera che riprende
un'antica leggenda marinara. Il misterioso ospite, che finirà per
chiedere la mano di Senta, è infatti un ospite spettrale e
leggendario: il navigatore che, dopo aver sfidato il vento e il mare
bestemmiando, è condannato a vagare in eterno. Ogni sette anni però
può tornare umano, lui e i suoi marinai sul loro vascello, e deve
sperare di trovare una donna che dimostri amore per lui.
Così dice la leggenda, e il giovane
Wagner (siamo tra il 1839 e il 1841) ne trae la musica perfetta per
una storia di fantasmi di quelle da brividi. Difficile fare di
meglio: qualcosa di simile lo aveva già fatto Carl Maria von Weber
pochi anni prima, con "Der Freischütz" (Il Franco
Cacciatore), sempre ad altezze formidabili quanto alla musica, ma nella foresta e non nel
mare; del Cacciatore Nero e delle pallottole stregate però parlerò
un'altra volta, per intanto metto qui l'inizio dell'Olandese Volante
e qui il coro dei fantasmi (contrapposto a quello giocoso dei marinai
norvegesi, che vorrebbero invitarli alla festa), senza dimenticare (qui) la ballata di Senta.
"L'Olandese Volante" è una delle storie più affascinanti mai raccontate, con quel misto di dannazione, romanticismo, amore, mari in tempesta e fantasmi. Certo che la frase "Chi fa conto sul vento, fa conto sulla compassione di Satana" mette proprio i brividi!
RispondiEliminala leggenda nasce con le prime grandi navigazioni, fine '500 o inizio '600, un capitano olandese davanti al Capo di Buona Speranza. Come storia di mare, e di spettri, è seconda forse solo a Coleridge. Al terzo posto, anche se non sono propriamente fantasmi, metterei Benito Cereno di Melville: un'altra storia da brividi. Dietro, vale la pena di ricordarlo, c'è anche la nascita della tratta oceanica degli schiavi, con tutti i suoi orrori. Melville ha il merito di aver reso esplicito l'orrore, in Benito Cereno...
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