sabato 23 febbraio 2019

Avere un piccione


(on line, senza indicazioni)
Ho un piccione nero, modenese, un torraiolo marca «sottobanca», palpebra rossa, ciuffo capriccioso, gambe piumate. Pesa più di un chilo ed è capace di ingozzare straordinarie quantità di soia, girasole, ravizzone, veccia, favino, lenticchie, piselli, riso, granoturco, orzo, sorgo, miglio, frumento, scagliola, canapa e lino (naturalmente quando vado al consorzio e gli compero il «paniere»). Il più delle volte passeggia disperato sul vecchio tavolo del terrazzo battendo con il becco contro i vetri per dirmi che l’avanzo di pastina non è di suo gradimento, che il pane sbriciolato sa anche lui dove trovarlo, o che la trippa non è da piccioni. Non so nemmeno se è maschio o femmina. L’avevo comprato tre anni fa insieme a un altro ragazzo (o ragazza) della sua razza perché facessero i «giovanini» che io poi mi sarei mangiato. Grassi, teneri, squisiti. Il partner è scomparso; niente «giovanini», niente famiglia.
Attualmente vive con dei bru bru milanesi che vengono dalla chiesa di S. Angelo e dalla Questura. E' controllato, spiato, probabilmente sedotto. Difende il suo poco cibo con accanimento e disperazione contro quei due o tre coinquilini fissi, forse parenti, che stanno tutto il giorno a spiare dalla grondaia. E non riesce a fare razza. Gli sghembi piccioni di Milano devono possedere una forza genetica incredibile. La mala erba estirpa quella buona, si diceva una volta. Potrei mangiarlo, ma come si fa a mangiare un piccione nero che guarda dalla finestra per vedere se noi a colazione abbiamo per caso lenticchie?

(Giovanni Gandini, da "Caffè Milano". Edizioni Scheiwiller / All'insegna del pesce d'oro, 1987 pag.108)








6 commenti:

  1. Beh, certo che girare con un piccione in testa a quel modo lì...era tutta un altra epoca. In tutti i casi non ho mai mangiato un piccione (non so, mi farebbe un po' senso) ma so che ancora oggi si mangia il piccione al forno o similare.
    Buon fine settimana e un salutone

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    1. Giovanni Gandini è stato l'inventore di Linus (ho la collezione completa, in parte comperata da me e in parte recuperata sulle bancarelle).
      La signora col cappellino è molto bella ma con Gandini non c'entra niente :-) solo che era troppo bella per lasciarsela scappare!

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  2. Hai ragione è molto bella.
    Buona domenica

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  3. Be', gli sta bene a Gandini. Comprarsi due piccioni per mangiarsi i "giovanini"! E parlarne così, in termini culinari, quando non sono neanche ancora morti (e neanche ancora nati)! Non ho simpatia per i piccioni di città, ma quel proposito di Gandini, così apertamente dichiarato, mi sa di cannibalismo :-)

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    1. i piccioni venivano allevati per questo, penso che dagli allevamenti "a pollaio" siano discesi anche i piccioni di città. Io non ne ho mai mangiati, ma in letteratura si parla spesso di queste cose, soprattutto nell'800. Gandini che io sappia abitava a Milano centro, già negli anni '80 l'aria di Milano era pessima, meglio evitare certe cose...
      I miei zii, a Parma, da ragazzi andavano a caccia di rane; ma erano gli anni '30 e '40... oggi le rane non ci sono quasi più, non a causa di chi le mangiava ma per via dell'inquinamento e della cementificazione (negli ultimi anni ci si è messa anche la siccità).
      Comunque sia, Gandini mi sembra il tipo di chi non è capace di allevare un animale senza affezionarsi :-)

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