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(on line, senza indicazioni) |
Ho un piccione nero,
modenese, un torraiolo marca «sottobanca», palpebra rossa, ciuffo
capriccioso, gambe piumate. Pesa più di un chilo ed è capace di
ingozzare straordinarie quantità di soia, girasole, ravizzone,
veccia, favino, lenticchie, piselli, riso, granoturco, orzo, sorgo,
miglio, frumento, scagliola, canapa e lino (naturalmente quando vado
al consorzio e gli compero il «paniere»). Il più delle volte
passeggia disperato sul vecchio tavolo del terrazzo battendo con il
becco contro i vetri per dirmi che l’avanzo di pastina non è di
suo gradimento, che il pane sbriciolato sa anche lui dove trovarlo, o
che la trippa non è da piccioni. Non so nemmeno se è maschio o
femmina. L’avevo comprato tre anni fa insieme a un altro ragazzo (o
ragazza) della sua razza perché facessero i «giovanini» che io poi
mi sarei mangiato. Grassi, teneri, squisiti. Il partner è scomparso;
niente «giovanini», niente famiglia.
Attualmente vive con dei
bru bru milanesi che vengono dalla chiesa di S. Angelo e dalla
Questura. E' controllato, spiato, probabilmente sedotto. Difende il
suo poco cibo con accanimento e disperazione contro quei due o tre
coinquilini fissi, forse parenti, che stanno tutto il giorno a spiare
dalla grondaia. E non riesce a fare razza. Gli sghembi piccioni di
Milano devono possedere una forza genetica incredibile. La mala erba
estirpa quella buona, si diceva una volta. Potrei mangiarlo, ma come
si fa a mangiare un piccione nero che guarda dalla finestra per
vedere se noi a colazione abbiamo per caso lenticchie?
(Giovanni Gandini, da "Caffè
Milano". Edizioni Scheiwiller / All'insegna del pesce d'oro, 1987
pag.108)
Beh, certo che girare con un piccione in testa a quel modo lì...era tutta un altra epoca. In tutti i casi non ho mai mangiato un piccione (non so, mi farebbe un po' senso) ma so che ancora oggi si mangia il piccione al forno o similare.
RispondiEliminaBuon fine settimana e un salutone
Giovanni Gandini è stato l'inventore di Linus (ho la collezione completa, in parte comperata da me e in parte recuperata sulle bancarelle).
EliminaLa signora col cappellino è molto bella ma con Gandini non c'entra niente :-) solo che era troppo bella per lasciarsela scappare!
Hai ragione è molto bella.
RispondiEliminaBuona domenica
:-)
EliminaBe', gli sta bene a Gandini. Comprarsi due piccioni per mangiarsi i "giovanini"! E parlarne così, in termini culinari, quando non sono neanche ancora morti (e neanche ancora nati)! Non ho simpatia per i piccioni di città, ma quel proposito di Gandini, così apertamente dichiarato, mi sa di cannibalismo :-)
RispondiEliminai piccioni venivano allevati per questo, penso che dagli allevamenti "a pollaio" siano discesi anche i piccioni di città. Io non ne ho mai mangiati, ma in letteratura si parla spesso di queste cose, soprattutto nell'800. Gandini che io sappia abitava a Milano centro, già negli anni '80 l'aria di Milano era pessima, meglio evitare certe cose...
EliminaI miei zii, a Parma, da ragazzi andavano a caccia di rane; ma erano gli anni '30 e '40... oggi le rane non ci sono quasi più, non a causa di chi le mangiava ma per via dell'inquinamento e della cementificazione (negli ultimi anni ci si è messa anche la siccità).
Comunque sia, Gandini mi sembra il tipo di chi non è capace di allevare un animale senza affezionarsi :-)