Si aspettava i fiori, da me, per
l'onomastico; ma a casa mia l'onomastico era sempre stato qualcosa di
molto leggero, quasi inconsistente. Del genere: "è il tuo
onomastico, auguri"; si risponde "grazie" e tutto
finisce lì. Qualcosa avevo sospettato sul lavoro, quando i
meridionali dicevano a noi lombardi "sei tirchio, è il tuo
onomastico e non paghi nemmeno il caffè"; ma io pensavo che
fosse uno scherzo tra compagni di lavoro. Invece, no: la mia quasi
signora (nel senso che io l'avrei sposata, lei non so - oggi qualche
dubbio ce l'ho), milanesissima ma con i nonni materni siciliani, era
molto legata all'onomastico e io non lo sapevo ancora. Insomma, avevo
toccato con mano un confine culturale: a Nord dell'onomastico non
sappiamo bene cosa fare, a Sud (da dove comincia questo confine
invisibile?) invece ci tengono molto. Si aspettava da me dei fiori,
per la precisione delle rose a gambo lungo; il giorno dopo era San
Valentino e su quello ero preparato, invece andò così, con una
crisetta poi superata ma che era in realtà una delle prime crepe
visibili in modo manifesto. Per San Valentino mi ero poi presentato con
le rose a gambo lungo, che costano una fortuna - soprattutto a
febbraio perché chissà da dove vengono (anche dal Kenya, se non
ricordo male), ma a me i fiori recisi non sono mai piaciuti.
D'estate, sì, si raccolgono fiori in giardino e si mettono in vaso
(anche perché poi sfioriscono presto, rose e tulipani), oppure si va
nei prati e si raccoglie quel che c'è (i ranuncoli sono bellissimi),
ma l'idea di spendere tutti quei soldi mi turbava prima e mi turba
ancora di più oggi. Però i fiori recisi a molte donne piacciono,
si continua a regalare fiori anche rari e costosi, c'è tutto un
linguaggio dietro che io continuo a ignorare. Che fare, che dire:
avevo altre qualità ma non questa. Da allora sono rientrato nei
ranghi, facevo ed ho fatto altri regali (anche molto costosi) ma i
fiori, mai più fiori a meno che non siano per i vasi sul balcone o
per il giardino. Non recisi, almeno finché posso decidere io.
(Henri Fantin-Latour, 1883)
Nessun commento:
Posta un commento