Corriamo, fuggiamo dal mostro spietato!
Chi, perfido fato, più crudo è di te?
(Pietro Metastasio, riveduto da
Caterino Mazzolà, Idomeneo finale atto II)
L'apparizione di un mostro marino: di
solito si usano pieni orchestrali, effetti speciali, tuoni e fulmini,
mare in tempesta. Nel suo "Idomeneo", Mozart usa la strada
opposta: alla notizia dell'approssimarsi del mostro, la spiaggia di
Creta d'improvviso si vuota, tutti corrono via e regna improvviso il
silenzio. E' un effetto notevole, non so come venga in disco ma l'ho
ascoltato alla Scala nel dicembre 1990 sotto la direzione di Riccardo
Muti, e posso assicurarvi che fa impressione. ( qui nella versione diretta da Colin Davis).
E' un finale d'atto, in calando invece che in concertato o con gli strumenti a ribattere sulla dominante; si tratta infatti di una tragedia privata prima che pubblica. Il Re di Creta, Idomeneo, come nelle fiabe, pur di tornare salvo in patria (dalla guerra di Troia) ha offerto in sacrificio agli dèi la prima persona che avrebbe trovato sulla spiaggia al suo ritorno. E questa persona è inaspettatamente suo figlio, Idamante. Un dramma umano e una vicenda che ricordano molto quella di Alceste, che si offre alle divinità infere al posto dell'amatissimo marito, e che sarà salvata solo dall'intervento di Apollo (o di Ercole, secondo altre fonti). Alceste è protagonista di un'opera di Gluck, e a Gluck deve molto la prima grande opera di Mozart, appunto Idomeneo. Ma Idomeneo è anche un'opera molto personale, il non ancora venticinquenne Amadé ha appena iniziato un percorso che lo porterà ai più grandi capolavori. Aveva solo poco più di dieci anni da vivere: il suo personale mostro marino lo attendeva da tempo, in paziente silenzio, come il Colombre di Dino Buzzati.
E' un finale d'atto, in calando invece che in concertato o con gli strumenti a ribattere sulla dominante; si tratta infatti di una tragedia privata prima che pubblica. Il Re di Creta, Idomeneo, come nelle fiabe, pur di tornare salvo in patria (dalla guerra di Troia) ha offerto in sacrificio agli dèi la prima persona che avrebbe trovato sulla spiaggia al suo ritorno. E questa persona è inaspettatamente suo figlio, Idamante. Un dramma umano e una vicenda che ricordano molto quella di Alceste, che si offre alle divinità infere al posto dell'amatissimo marito, e che sarà salvata solo dall'intervento di Apollo (o di Ercole, secondo altre fonti). Alceste è protagonista di un'opera di Gluck, e a Gluck deve molto la prima grande opera di Mozart, appunto Idomeneo. Ma Idomeneo è anche un'opera molto personale, il non ancora venticinquenne Amadé ha appena iniziato un percorso che lo porterà ai più grandi capolavori. Aveva solo poco più di dieci anni da vivere: il suo personale mostro marino lo attendeva da tempo, in paziente silenzio, come il Colombre di Dino Buzzati.
(Mauro Carosi, bozzetto per Idomeneo 1990 alla Scala)
Che bel post, Giuliano!:-)
RispondiEliminaMi associo al complimento. ;)
Eliminaascoltare e capire l'Idomeneo Re di Creta per me non è stato facile... al primo incontro negli anni '80 non ne avevo ricavato molto, serviva del tempo e molti ascolti. Invece il Don Giovanni, o il Ratto dal Serraglio, o Le Nozze di Figaro, arrivano subito a segno :-)
Eliminaper capire l'Idomeneo ho impiegato parecchi anni, avendo in mente il Don Giovanni e il Flauto Magico si resta spiazzati.
RispondiEliminaMozart aveva già scritto tanto, a 25 anni, molto anche per il teatro.
Mi associo al commento di Giacinta (anche se di musica capisco poco). La storia di Idomeneo mi fa venire in mente la storia biblica di Iefte e di sua figlia. Doveva essere una mania, quella di sacrificare il primo che ti veniva incontro... :-)
RispondiEliminaci sono anche tutte le storie sul "ponte del diavolo", ricordi? Ce ne è uno di sicuro in Svizzera, ma sono leggende diffuse: il furbo si salva mandando avanti un cane.
EliminaNell'Idomeneo di Mozart ci sono anche brani curiosi, l'aria Zeffiretti lusinghieri o la marcetta simpatica che Kubrick mise in Barry Lyndon... giusto per farci tirare il fiato in mezzo al dramma :-)
Non conoscevo le storie sul "ponte del diavolo". Sono andata a dare un'occhiata, e, a proposito di mandare avanti qualcun altro mi viene in mente, molto più tragico, l'episodio dal romanzo "Picnic sul ciglio della strada" (da cui Tarkovskij ha liberamente tratto Stalker), in cui uno si salva mandando avanti, verso il "tritacarne", l'ingenuo figlio di un amico che lo ha accompagnato nell'avventura. Nel film di Tarkovskij questo episodio non c'è, almeno non mi pare. E' interessante vedere come le idee di fondo, gira gira, sono sempre le stesse :-)
RispondiEliminain Tarkovskij la storia diventa ancora più profonda: l'uomo entra nella Stanza e ne esce ricco, tantissimi soldi. Non era questo che aveva chiesto, ma la Stanza aveva letto il suo desiderio più vero e più profondo. La verità lo sconvolge, e si suicida (la storia viene raccontata dallo Stalker ai due protagonisti).
EliminaHai ragione, siamo sempre dalle parti del dottor Faust, chissà quanto è antica questa storia...
:-)
nell'Idomeneo c'è il lieto fine, come nell'Alceste di Gluck, ma deve intervenire il Deus ex Machina - anche perché, se lasciassero fare a noi...