La mattina presto, ma solo sabato e
domenica, li vedo passare davanti alle finestre; oppure esco e mi
tallonano da vicino come in una spy story. Ma non sono dietro di me,
ansanti, per farmi del male: infatti mi sorpassano e se ne vanno,
sudati e un po' scomposti, in mutande d'estate e in tuta firmata
d'inverno. Che dire, è una bella cosa tenere in ordine il fisico. Io
non ho più l'età per correre (artrosi, ahimè) e un po' li invidio,
ma c'è qualcosa che non mi torna. Quello che non mi torna è questo:
che vengono tutti da case nuove, costruite da pochissimi anni. Mi
ricordo ancora i volantini dell'immobiliare che vendeva quelle
villette: "la tua casa nel verde", dicevano. Tradotto in
linguaggio comprensibile, significa che prima c'era il verde (campo
coltivato, prosecuzione del bosco con un po' di robinie), ma ora c'è
la tua casa e il verde non c'è più se non per qualche asfittico
giardino. Ma quelli che fanno jogging, forse, credono di essere
ecologici; stanno attenti ai sacchetti di plastica, comprano l'auto
ibrida, fanno jogging, magari qualcuno è anche vegano. Di quel che
c'era prima, prima della tua casa nel verde, a loro credo che non
importi niente.
Il cavallo di Brunilde si chiama Grane (cfr. Richard Wagner, Il crepuscolo degli dèi). Nomen Omen? Noi speriamo di no...
domenica 6 gennaio 2019
Jogging
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Le contraddizioni del nostro tempo.
RispondiEliminaLa città avanza, fagocita ciò che resta di buono, le abitudini umane investono fauna e flora.
Buon anno, Giuliano e Gyacinta!
sono davvero convinti di essere venuti a vivere nel verde...
Eliminaperò se penso a com'era qui fino al 1999 sto male. In pratica, è rimasto solo un prato neanche tanto grande.
grazie e auguri anche a te!
:-)