mercoledì 19 dicembre 2018

Il pesce palla



Un giorno mi divertii a osservare i costumi di un Diodon antennatus, che fu catturato mentre nuotava vicino alla riva. Questo pesce, dalla pelle floscia, è ben noto per la sua singolare capacità di distendersi fino ad assumere una forma quasi sferica. Dopo esser stato tenuto per un breve tempo fuori dall’acqua e poi immersovi di nuovo, esso assorbe dalla bocca, e forse dagli orifizi branchiali, una notevole quantità d’acqua e di aria. Questo processo si compie in due modi: l’aria è inghiottita e poi forzata nelle cavità del corpo e il suo ritorno è impedito da una contrazione muscolare, visibile esternamente, oppure l'acqua entra con debole corrente dalla bocca, che viene tenuta largamente aperta e immobile; quest'ultima azione deve perciò dipendere da succhiamento. La pelle intorno all’addome è molto più rilassata che sul dorso e perciò, durante il rigonfiamento, la superficie inferiore si distende molto di più della superiore e il pesce galleggia con il dorso in basso.




Il Cuvier dubita che il Diodon possa nuotare in questa posizione, ma non solo esso può avanzare in questo modo in linea retta, ma può anche rigirarsi da ogni lato. Quest'ultimo movimento si effettua solamente con l’aiuto delle pinne pettorali; la coda rimane rilassata e non viene usata. Dato che per la grande quantità di aria il corpo galleggia, le aperture branchiali rimangono fuori dall’acqua, ma in esse scorre costantemente una corrente proveniente dalla bocca. Dopo essere rimasto per breve tempo in questo stato di rigonfiamento, il pesce espelle generalmente con considerevole forza l’aria e l'acqua dalle aperture branchiali e dalla bocca. Può emettere a volontà una certa porzione d’acqua e sembra perciò probabile che questa venga in parte introdotta allo scopo di regolare la sua gravità specifica. Il Diodon possiede diversi mezzi di difesa. Può mordere fortemente e può proiettare acqua dalla sua bocca a una certa distanza, facendo nello stesso tempo un curioso rumore col movimento delle mascelle. Quando il corpo si gonfia, le papille delle quali è rivestita la pelle diventano erette e appuntite. Ma il fatto più curioso è che esso secerne dalla pelle del ventre, quando è maneggiato, una bellissima sostanza rosso carminio, che macchia l’avorio e la carta in modo così duraturo che la tinta si è conservata fino a oggi in tutta la sua brillantezza. Ignoro completamente la natura e l’uso di questa secrezione. Ho udito dal dottor Allan of Forres che egli ha trovato frequentemente un Diodon che galleggiava vivo e rigonfio nello stomaco di uno squalo e che conosceva parecchi casi in cui esso si era aperto con i denti una strada, non solo attraverso le pareti dello stomaco, ma attraverso i fianchi del mostro, che veniva così ucciso. Chi avrebbe mai immaginato che un piccolo e debole pesce potesse distruggere il grande e selvaggio pescecane?
(Charles Darwin, Viaggio di un naturalista intorno al mondo, pag.246 ed.Giunti 2002, traduzione Mario Magistretti)

(l'immagine viene dal sito della Bath Royal Literary and Scientific Institution, dove sono stati censiti tutti gli animali citati da Darwin nei suoi appunti di viaggio)





4 commenti:

  1. La Natura ci sorprende sempre e Darwin ne è stato un curioso e fervente ambasciatore. Noi gliene siamo grati.

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    1. Darwin scriveva molto bene, è quasi un libro d'avventure. Qui era sui 25 anni.

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  2. Coincidenze che mi piacciono: nello scrivere l'ultimo copione, ho fatto una ricerca sui veleni in natura e ho letto anche del pesce palla. In Giappone ne gustano le carni rischiando la vita. :)

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    1. chissà se Darwin lo ha assaggiato... :-) nel libro non se ne parla. Però il dettaglio finale, con la storia dello squalo, è davvero impressionante.
      Molti veleni naturali vengono usati in medicina, non so se anche quello del pesce palla. Sono soprattutto gli anestesisti a sapere queste cose... (ma non solo)

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