Nel libro di Cervantes, Don Chisciotte si trova ad affrontare anche un mulino ad acqua (succede nel capitolo XXIX della seconda parte), ed è un'avventura divertente ma è difficile trovare qualcuno che se ne ricordi. Tutti ricordano invece, anche senza aver letto il libro, la sua epica battaglia contro i mulini a vento scambiati per giganti.
- Quali giganti? - disse Sancio Panza.
- Quelli - rispose il padrone - che tu
vedi laggiù, con le braccia lunghe, che taluni ne sogliono avere
quasi di due leghe.
- Guardate - rispose Sancio - che
quelli che si vedono laggiù non son giganti, bensì mulini a vento,
e quel che in essi sembrano braccia sono le pale che, girate dal
vento, fanno andare la macina del mulino.
- Si vede bene - rispose don Chisciotte
- che in fatto d'avventure non sei pratico: son giganti quelli. E se
hai paura, scostati di lì e mettiti a pregare mantre io vado a
combattere con essi fiera e disuguale battaglia.
E così dicendo spronò il cavallo
Ronzinante, senza badare a quello che gli gridava lo scudiero (...)
(Miguel de Cervantes, Don Chisciotte,
capitolo VIII, parte prima) (ed.Sansoni 1949, traduzione di Alfredo
Giannini)
Georg Wilhelm Pabst nel suo film mette
questo episodio alla fine, con ottima sintesi considerando
che un film di un'ora e mezza non può contenere tutto il Quijote. Sconfitto dai mulini
a vento, Don Chisciotte viene riportato a casa su un carro, come in
gabbia; una volta arrivato a casa trova che stanno bruciando i suoi
libri, e muore tra le braccia di Sancio. Ma i libri, miracolosamente,
rinascono dalle loro ceneri.
Un uomo che impazzisce quando arriva
davanti a una valle di mulini a vento: succede in "Segni di vita"
(Lebenszeichen, 1968) uno dei primi film di Werner Herzog. L'uomo è
un militare, le conseguenze potrebbero essere tragiche. Le pale
eoliche oggi sono abbastanza comuni, nel 1968 (su un'isola greca) era
sicuramente qualcosa di inaspettato.
(Pablo Picasso)
La cavalcata di Don Chisciotte è stata
messa in musica tante volte: nell'opera di Massenet c'è anche
Ronzinante (gli zoccoli al galoppo un po' scombinato, resi dalle
percussioni), nel film di Pabst le musiche sono di Jacques Ibert,
nel poema sinfonico di Richard Strauss (con la macchina del vento in
partitura), e prima ancora (in modo giocoso) da Georg PhilippTelemann. Le musiche citate nel libro di Cervantes, quelle originali cinquecentesche e seicentesche (Don Chsciotte canta e suona, nel libro, e con bella voce) sono state incise da Jordi Savall in cd più libro (dischi Alia Vox).
Gran libro, ma non sono riuscita a finirlo. Dico sempre che lo farò ma temo sia una pietosa bugia che mi racconto ...
RispondiEliminaho tenuto in casa i libri (uno solo non basta...) per decenni, sfogliandoli qua e là, poi mi sono deciso ma c'è voluto del tempo. Direi che da giovani non lo si capisce fino in fondo, bisogna aver provato le disillusioni sulla nostra pelle.
RispondiEliminaAdoro questo personaggio. Non escludo di farne una riduzione teatrale.
RispondiEliminaFra coloro che lo hanno cantato c'è stato anche un magnifico Guccini.
confesso che mi commuovo sempre davanti al finale del film di Pabst, l'ho visto almeno quaranta volte ma mi commuove ogni volta. E' un trucco cinematografico dei più semplici, ma realizzato benissimo. Di Guccini mi piace anche Cirano :-)
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