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( Ligabue, 1956 ) |
La sensazione di essere nelle grinfie
di un grande felino è forse un po' meno terribile di quanto ci
immaginiamo, come risulta dall'esperienza che il dottor Livingstone
fece con un leone: «Si è indotti in una specie di stato sognante,
in cui non si soffre né si ha paura. Assomiglia a quello descritto
dai pazienti narcotizzati con il
cloroformio, i quali vedono tutta l'operazione ma non sentono il
coltello... E' probabile che questa condizione si produca in tutti
gli animali uccisi dai carnivori; e in tal caso è un provvedimento
misericordioso del nostro benevolo creatore per lenire la sofferenza della morte».
(Viaggi missionari)
Bruce Chatwin, Le vie dei canti,
pag.256,
traduzione di Silvia Gariglio, ed.Adelphi 1991
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( Alfred Kubin ) |
Proprio in questi giorni parliamo di grandi esploratori inglesi in Africa.
RispondiEliminaLa storia di Livingstone è molto più ricca di dettagli di quanto si pensi, come ho appreso ultimamente da un documentario in tv.
sono storie piene di fascino, e anche importanti perché a saperle leggere spiegano molto del mondo come è oggi. Purtroppo sono libri difficili da trovare, bisognerebbe conoscere bene le lingue. Penso anche a Richard Burton, che fece conoscere le Mille e una notte. Se ti sposti in Sud America, sono molto belli i diari di viaggio di Charles Darwin (giovanissimo, poco più che ventenne)
RispondiEliminaCiao! Si potrebbero avere maggiori dettagli su come il dottor Livingstone è stato in grado di raccontare la sua esperienza con le grinfie del leone?
RispondiElimina(Sulla misericordia del nostro benevolo creatore non so, bisognerebbe chiedere a un'antilope che abbia avuto la stessa fortuna...)
Non posso, è una citazione da Bruce Chatwin... non ho mai trovato i "Viaggi" di Livingstone in libreria, però magari una traduzione italiana esiste. Bisognerà informarsi (un compagno d'avventure col fucile pronto?)
RispondiEliminaL'ho trovato!(in inglese però): è qui: http://www.gutenberg.org/files/1039/1039-h/1039-h.htm , subito nel primo capitolo: una caccia al leone nella quale il leone ne azzanna tre prima che riescano a farlo fuori. Se ho capito bene, a Livingstone gli sbriciola l'osso della spalla e gli lascia sulla carne tredici buchi dei denti. Se la cava perché il leone, invece di ammazzarlo subito, perde tempo a "scuoterlo come un terrier fa con un ratto". Dice Livingstone che è proprio questo "scuotimento" a provocare lo stato di anestesia e di sospensione dell'orrore. Se è così, la sua riflessione sulla misericordia del creatore potrebbe avere un fondamento.
RispondiEliminaGrazie! è il capitolo in cui Chatwin parla dei predatori, dal tempo degli ominidi fino alle paure che ci portiamo dentro ancora oggi. Parte del capitolo è una conversazione sull'argomento con ricercatori suoi amici, poi ci sono delle citazioni libere, come questa.
RispondiEliminaChatwin che cita Livingstone! Pur avendo letto il romanzo, non me ne ricordavo; tuttavia, per associazione di libri e scrittori, posso suggerire la Patagonia e i suoi animali, visti da Chatwin e da Durrel.
RispondiEliminaBuon fine settimana!
Nela, funziona così: apri un libro per cercare una cosa e ne trovi un'altra :-)
RispondiEliminaun grande classico che si replica sempre
E' una cosa che a me succede molto spesso (il provvedimento misericordioso) mia moglie parla e s'incazza ma io non sento più niente neanche se la guardo bene in faccia e seguo il labiale.
RispondiEliminaNon ho mai considerato Ligabue come un artista, era certo uno a cui piaceva disegnare e lo faceva a modo suo anche bene.
io non ci riesco, ascolto sempre e alle volte mi chiedo se è una benedizione o una maledizione
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