Les hiboux
Sous les ifs noirs qui les
abritent,
Les hiboux se tiennent rangés,
Ainsi que des dieux étrangers,
Dardant leur oeil rouge. Ils méditent.
Sans remuer ils se tiendront
Jusqu'à l'heure mélancolique
Où, poussant le soleil oblique,
Les ténèbres s'établiront.
Leur attitude au sage enseigne
Qu'il faut en ce monde qu'il craigne
Le tumulte et le mouvement,
L'homme ivre d'une ombre qui passe
Porte toujours le châtiment
D'avoir voulu changer de place.
Les hiboux se tiennent rangés,
Ainsi que des dieux étrangers,
Dardant leur oeil rouge. Ils méditent.
Sans remuer ils se tiendront
Jusqu'à l'heure mélancolique
Où, poussant le soleil oblique,
Les ténèbres s'établiront.
Leur attitude au sage enseigne
Qu'il faut en ce monde qu'il craigne
Le tumulte et le mouvement,
L'homme ivre d'une ombre qui passe
Porte toujours le châtiment
D'avoir voulu changer de place.
Da "Les Fleurs du Mal" di Charles Baudelaire. (1821-1867)
messo in musica da Déodat de Severac (1872-1921) nel 1913 (qui)
Sotto i neri tassi che li ricoverano
i gufi si tengono allineati
come degli dèi stranieri,
dardeggiando il loro occhio rosso.
Meditano.
Senza muoversi staranno in piedi
fino all'ora malinconica
in cui, spingendo il sole obliquo,
le tenebre si fisseranno.
Il loro atteggiamento insegna al saggio
che bisogna in questo mondo che abbia
paura
del tumulto e del movimento,
l'uomo ebbro d'un'ombra che passa
porta sempre il castigo
d'aver voluto cambiare di posto.
A proposito di questo sonetto mi sono sempre chiesta: davvero c'è un invito a rimanere statici e al riparo "dal tumulto"... o piuttosto la chiave è quella di affrontare il tumulto con una certa imperturbabilità?
RispondiEliminaè una bella domanda :-)
Eliminanon conosco molto Baudelaire, ho però questa versione in musica su un cd e mi piace riascoltarla. Di Severac so pochissimo, è un altro autore che dovrei approfondire.
I naturalisti darebbero spiegazioni molto più semplici a questo "mettersi in fila e attendere", per esempio che il tumulto per un gufo arriva di notte.
Questo libro è una pietra miliare, come a volte si dice, su un autore che ha sempre suscitato commenti diversificati. Ma è un grande del pensiero e della letteratura che non ha avuto vita facile in patria. Forse all'estero è stato più apprezzato. Bello questo post, come spesso succede quando passo da qui.
RispondiEliminaUn salutone
quelli nell'immagine sono due barbagianni :-)
Eliminanon ho frequentato molto Baudelaire, lo conosco quasi soltanto grazie alla musica. Sono contento che ti sia piaciuto il post.
Nella traduzione però sono andate perdute rime e assonanze.
RispondiEliminaè una mia sintesi di diverse traduzioni. Ho volutamente eliminato i tentativi di rendere rime e assonanze, e anche la metrica, per rendere meglio il significato del testo. La mia opinione (personalissima, s'intende) è che le poesie si possono soltanto tradurre cercando di non rovinarle troppo.
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