Appena ciattaccava a cianciana o iattu
Carmelina scappava pi tutta a casa per farisi pigghiari. E
saddivitteva e sammazzava de risati a fari du iocu. A sentiri da
musica di festa e di chiantu che la cercava.
U sapeva ca du iattareddu dipendeva di idda e che lavissa seguita fino in capo o munnu. E sammucciava e curreva. E cera e non cera.
"Carmelina chiffai? Lassa stari da povera bestia. Veni cà. Aiutami"
Ma Carmelina non cinnaveva vogghia di suvvizza e di sacrifici. Iucava a farisi acchiappari. A pigghiari e lassari. E accussì crisciu.
U sapeva ca du iattareddu dipendeva di idda e che lavissa seguita fino in capo o munnu. E sammucciava e curreva. E cera e non cera.
"Carmelina chiffai? Lassa stari da povera bestia. Veni cà. Aiutami"
Ma Carmelina non cinnaveva vogghia di suvvizza e di sacrifici. Iucava a farisi acchiappari. A pigghiari e lassari. E accussì crisciu.
Appena attaccava il campanellino
al gatto Carmelina iniziava a volare per casa per farsi prendere. Si
divertiva e rideva soddisfatta per quel gioco. Nel sentire quel suono
di festa e quel miagolare come di pianto che la cercava. Sapeva
che quel gattino dipendeva da lei e che l'avrebbe seguita ovunque. E
si nascondeva e correva. E c'era e non c'era. "Cosa fai
Carmelina? Lascia in pace quella povera bestia. Vieni qui. Aiutami"
Ma Carmelina non aveva voglia di lavori di casa e di privazioni.
Giocava a farsi acchiappare. A prendere e a lasciare. E così
crebbe.
:)
RispondiEliminaDario, l'impressione è che il tuo delizioso scritto sia a metà tra il ricordo d'infanzia e la rappresentazione di un modo di fare tipicamente femminile..
RispondiEliminaMi piace questa lettura :)
Elimina😊👋
RispondiEliminaBello questo scritto. Si fa leggere bene e la storia ti coinvolge. Molto bello anche il quadro che hai scelto (renoir...mica male)
RispondiEliminaUn salutone e alla prossima
con Renoir sono andato sul sicuro :-)
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