martedì 19 maggio 2020

Il sole sul lago


...la parte alta del lago con la barca, fatto il bagno sulla riva, poi spinto la barca al largo e via alla deriva. Lei era distesa sul fondo con le mani sotto la testa e gli occhi chiusi. Sole abbagliante, un filo di brezza, acqua un po' mossa, come piace a me. Ho notato un graffio sulla sua coscia e le ho chiesto come se l'era fatto. Cogliendo uvaspina, ha detto. Ho ripetuto che secondo me non avevamo speranza, che era inutile continuare, e lei ha fatto segno di sì, senza aprire gli occhi. (pausa) Le ho chiesto di guardarmi e dopo pochi istanti... (pausa) ... dopo pochi istanti lo ha fatto, ma gli occhi erano due fessure per via del sole. Mi sono curvato su di lei per farle ombra e allora si sono aperti. (pausa. A voce più bassa). Mi hanno fatto entrare. (pausa) Andavamo alla deriva in mezzo alle canne e ci siamo arenati. Come si piegavano, sospirando, davanti alla prua! (pausa) Mi sono disteso su di lei, la faccia sul suo petto, la mano su di lei. Stavamo là, sdraiati, senza muovere. Ma sotto di noi tutto si muoveva e ci muoveva, dolcemente, su e giù, da un lato all'altro. (pausa) Dopo mezzanotte. Mai sentito...

Samuel Beckett, L'ultimo nastro di Krapp, ed. Einaudi 1976, traduzione di Carlo Fruttero

 
(Frederick Childe Hassam, 1893 )

2 commenti:

  1. Non so perché, ma sentivo che prima o poi Beckett sarebbe arrivato nel tuo blog anche perché è un autore che si presta molto alla fantasia del racconto. Il quadro che hai scelto è di una delicatezza e di una bellezza difficile da dire a parole.
    Un salutone

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    Risposte
    1. qui è il nastro che parla, il ricordo quindi.
      Beckett è stato molto importante per me, una delle mie prime letture dei tempi delle superiori; ho già portato altri tre suoi brevi momenti, se fai clic sul suo nome (in fondo al post, qui sopra) li trovi facilmente.

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