mercoledì 29 gennaio 2020

Rabia

A.Carracci, Il venditore di pasta per topi
 Ma i veri padroni di Venezia e delle strade nelle ore del mattino erano gli ambulanti, e Mattia non tardò ad accorgersene. Il primo ambulante in cui era capitato di imbattersi e che gridava a pieni polmoni:” Rabia! Rabia!”, era stato per l’appunto un venditore di rabia  cioè di veleno per topi. Mattio s’era stretto contro il muro per scansarlo e l’ambulante gli era passato davanti tutto impettito -anche un venditore di veleno per topi, nel suo piccolo, può essere un grande uomo! -tenendo in spalla un lungo bastone, una canna d’India da cui penzolavano, attaccati ad altrettanti uncini, dodici topi morti: sei per parte, grossissimi e molto vecchi, a giudicare dalle code quasi prive di pelo. Sull’altra spalla il venditore aveva una bisaccia con dentro la rabia, e poi anche portava appesi alla cintura due fiaschetti di inchiostro, tre o quattro mazzi di piume d’oca già tagliate e una filza di spugnette da calamaio, che costituivano il resto della sua mercanzia destinata a topi e scrittori. Gridava camminando: “ Penne, inchiostro, spugne da calamaio! Rabia, rabia!”

Sebastiano Vassalli, Marco e Mattio
Ed. Mondadori

4 commenti:

  1. Non so quale sia l'etimologia della "rabia" per topi, ma se si bazzica un po' la scena letteraria (penna inchiostro e calamaio!) si può facilmente constatare che la rabbia con due b è il sottoprodotto più diffuso della letteratura :-)

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  2. Si, la relazione tra scrittori e rabbia ( penso che l’etimologia sia la stesssa di rabia ) è posta anche nel testo anche se Il venditore offre essenzialmente rimedi ( la scrittura come misura di igiene ( alla Svevo, insomma )
    Buona giornata! :-)

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  3. Incredibile! :O Questa descrizione mi ha ricordato moltissimo gli "ammazzaratti" descritti da Louis-Sébastien Mercier nel suo libro "Tableau de Paris".

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  4. Marco e Mattio è un romanzo storico. La Val Zoldana e la Venezia del XVIII secolo vengono rappresentate nei loro tratti ambientali distintivi grazie a una storia, quella di Mattio Lovat, un uomo ammalato di pellagra che finirà per autocrocifiggersi ritenendo di avere una missione salvifica. È una storia vera, documentata, che Vassalli ha ripreso e a cui si è ispirato. Ti consiglio vivamente di leggere il romanzo. Ti piacerà sicuramente. Non conosco invece il libro di Mercier!

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