L'invocazione alla Luna più famosa e importante è sicuramente "Casta Diva", dalla Norma di Bellini; però anche la Turandot di Puccini ha bella musica per la luna (la Luna Piena), forse anche troppo bella se si legge bene il testo. Nella Turandot, infatti, la luna piena segna il momento dell'esecuzione capitale del giovane Principe di Persia, che non è riuscito a risolvere i tre enigmi proposti dalla Principessa; la folla è in attesa, e per la folla si tratta di uno spettacolo, così come erano davvero le esecuzioni capitali, anche da noi in Europa (cosa che tendiamo a rimuovere e dimenticare). In questa crudeltà si può trovare un punto di contatto con Norma: nell'opera di Bellini (del 1831, su testo di Felice Romani) il popolo vuole infatti la guerra e spera che la luna piena porti battaglia (ma così non sarà). "Turandot" è una fiaba cinese tratta dal settecentesco Carlo Gozzi, ebbe la sua prima nel 1926 con i versi di Giuseppe Adami e Renato Simoni. La scena della luna è nel primo atto. (qui)
LA FOLLA (Coro)
Perché tarda la luna?
Faccia pallida, mostrati in cielo!
Presto, vieni, spunta, o testa mozza!
Vieni, amante smunta dei morti!
O esangue, o taciturna, o squallida,
come aspettano il tuo funereo lume i
cimiteri!
Ecco... laggiù... un barlume...
dilaga un cielo la sua luce smorta!
Il seguito è storia nota: il principe
Calaf, giunto da lontano, in esilio, è tra la folla; non gli piace
ciò che vede, ma deciderà comunque di sfidare la sorte. Nel secondo
atto scioglierà gli enigmi, ma rimetterà tutto in gioco quando
vedrà la rabbia e la delusione di Turandot. Il terzo atto si apre
con una delle pagine più famose nella storia dell'opera, la grande
scena e aria che culmina nel "Nessun dorma": Calaf viene da
lontano, nessuno conosce il suo nome, la sfida per Turandot è
appunto indovinare il nome dello straniero che l'ha sconfitta. A
questo scopo, tutti i suoi sudditi sono stati movimentati: prima
dell'alba, bisogna indovinare quel nome. E dunque questa sarà una
notte insonne, "nessun dorma", pena torture e morte, prima
dell'alba quel nome deve saltare fuori. Il principe ignoto riprende
la frase che circola tra la folla, "nessun dorma", e si
interroga sul suo futuro.
(la fotografia in alto è di Lejaren à Hiller, 1920 circa; nell'altra è ritratta l'attrice Marietta Milner, sempre degli anni '20)
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