sabato 21 luglio 2018

Checchina


Checchina saliva le scale. Ogni sera, puntuale, Checchina saliva le scale e si presentava alla porta; e non c'è niente di strano perché, si sa, tutte le galline ogni sera salgono la scala che le porta al pollaio. Di strano c'è che il pollaio eravamo noi (il nostro balcone, con una cassetta per la frutta ben attrezzata), e che per arrivare fino da noi bisognava fare quattro rampe di scale: allora si poteva, un po' tutti avevano conigli o galline (mio padre con i conigli aveva provato, poi aveva lasciato perdere: troppo da pulire, troppo delicati, e forse non aveva nemmeno la vocazione) e incrociare Checchina sulle scale (Checchina, ordinatissima e molto educata) non destava stupore. Io ero piccolissimo ma me la ricordo bene; un'americanella bianca, di quelle piccole ma efficientissime, un uovo al giorno non mancava mai.

Il nome glielo aveva dato mia nonna, quindi siamo prima del '63; in veneto (per parte di padre sono padovano-veneziano) Checchina non è neanche un nome, è un vezzeggiativo, un nickname, si può dire Checchina anche a una bimba, "cosa c'è, Checchina?" (ovviamente, i veneti non pronunciano le doppie: ma questo si sa). A quei tempi, il palazzo era ancora nuovo e il portoncino d'ingresso rimaneva spesso aperto, e c'era un gran via vai di adulti e bambini, eravamo in tanti e la gallina ne approfittava tranquillamente (no, non credo che suonasse il campanello: si sapeva che c'era, prima o poi le avremmo aperto, lei stava tranquilla sullo zerbino ad aspettare). Un giorno, a mio cugino Cesare regalano delle uova fecondate; Checchina le cova subito, non aspettava altro. Nascono tre pulcini, e siccome siamo in tre (mio fratello, mia sorella, e io) è il numero perfetto, un pulcino per uno. I tre pulcini però non sono di americanella: in poco tempo diventano galli e galline imponenti, quasi un anticipo (per me) di "Uova fatali" di Bulgakov. I polli diventano ingombranti, mica si possono far salire anche loro in casa; due vengono subito dati via (anche il mio, che tristezza: ma ormai cosa me ne facevo di un gallo alto mezzo metro?), la terza rimane "per le uova" ma farà una brutta fine, sgozzata da un mostro misterioso, faina o furetto; verrà regalata anche lei, nessuno voleva mangiarla. Quanto a Checchina, non ricordo che fine abbia fatto; credo proprio che non me lo abbiano detto ma di una cosa sono più che sicuro: nessuno ha avuto il coraggio di usarla per scopi alimentari. Sono quasi sicuro che mio padre l'abbia seppellita nell'orto, povera Checchina, con mia mamma ad aiutarlo, con sopra una piantina di fiori. Le galline, si sa, non vivono tanto; e neanche i canarini, ma questa è tutta un'altra storia. (Anche i conigli: mai mangiati conigli in casa mia, a meno che non fossero stati comperati).
(Giuliano Bovo, anno 2018)


 
(la foto della gallina con i pulcini viene dal sito Biozootec;
quella qui sopra è su youtube, digitare "mericanel della Brianza")




10 commenti:

  1. La storia della tua Checchina in realtà non è così rara.
    L'ultima di cui sono venuta a conoscenza è quella di una dolce gallinella bianca che si è ritrovata per magia nel giardino di una mia alunna. Va da sé, è stata adottata, e fornisce i padroncini di belle ovette fresche tre volte a settimana.

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  2. purtroppo non ho foto della vera Checchina, mi sembrava che ce ne fosse una ma non l'ho trovata - prima del digitale le foto costavano, mica si sprecavano per una gallina, però capitava lo stesso. Sì, non è una storia rara, non lo era allora di sicuro, oggi magari fa più effetto. E' un ricordo di bambino, uno dei miei più antichi, mi ha fatto effetto pensare a quanto ero piccolo per ricordarmi di questa cosa.

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  3. Io sviluppavo le foto da solo e c'è stato un periodo che fotografavo galline, mi piaceva come fossero orgogliose, sempre impettite che pare sappiano tutto loro.
    Il tuo ricordo è bello ed è bello ricordarsi di quando s'era piccoli quando il mondo era diverso, fa capire anche quanta strada è stata fatta in mezzo secolo. Credo che lo sviluppo che c'è stato in questi ultimi cinquant'anni non sia paragonabile a nessun altro periodo storico.
    Ciao.

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    1. non è sempre stato sviluppo. Qui intorno ormai c'è solo cemento e asfalto, come conseguenza le strade si inondano (i campi e i prati trattengono l'acqua), si vive male, i parcheggi contano più delle persone. Francamente, mi terrei i progressi della diagnostica medica, i televisori sottili, internet, le auto meno inquinanti, e per il resto tornerei subito indietro.

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  4. Da piccola avevamo pollaio, galline e conigli, mi sono venute in mente tante cose, dovrei scriverci un post anch'io (una volta sono stata rincorsa a lungo da un gallo inferocito...).
    Bellissimo il tuo racconto di Checchina, perché invece io, di galline che salgono le scale di un palazzo e aspettano tranquille sullo zerbino non avevo notizia.
    E' un po' che medito di prendermi una gallina, per le uova, ma temo che mi manchi il talento (per tutto ci vuole talento), comunque sì, sono d'accordo con Luz, credo che la moda delle galline da compagnia si stia diffondendo: nel supermercato qua vicino (non enorme) vendono i sacchetti di mangime per galline...

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  5. l'inseguimento del galletto è anche un ricordo di mia mamma, vedrò di trascriverlo :-)
    le galline vanno tenute controllate, la salmonella è sempre in agguato. E se sei all'aperto, occhio a volpi e faine... (anche i cani fanno stragi di polli) (i gatti penso che scappino via, a meno che non siano più grossi delle galline e molto combattivi)

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  6. Essendo un'anima divisa in due, come dico sempre, sono una cittadina fatta e finita, ma trascorrevo le mie estati in Trentino, dove c'erano Checchine a volontà. Non mi meraviglia il fatto di una gallina che vive su un balcone, ad esempio in tempo di guerra si tenevano vari animali utili negli spazi dei condomini proprio per avere uova, e alle volte anche latte, o all'occorrenza per sfamarsi.

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  7. sì, anch'io sono contento di aver vissuto anche l'epoca precedente. Il rapporto con gli animali era quello giusto, si arrivava anche a voler bene ma si rispettava la loro vera natura. C'erano aberrazioni anche prima, s'intende, ma chi conosce gli animali li tratta bene.

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  8. Le galline, per me, sono associate alla casa della nonna. Pur frequentando spesso quella casa, non avevo un rapporto intenso con loro, tuttavia ricordo che scoppiavo sempre a piangere quando capivo che una di loro stava per fare una ...brutta fine.

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  9. mi ricordo che una volta mio papà ci portò a "vedere le mucche" in una fattoria qui vicino (forse c'è ancora) e parlando con il proprietario diceva che una volta era normale vedere le mucche, oggi invece. Era più di cinquant'anni fa, oggi magari i bambini vedono solo gatti d'appartamento e cani da portar fuori a fare i bisogni. Anche i polli al supermercato sono venduti a pezzi, non si sa più cosa c'è dietro - noi lo sapevamo...

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