Il professore fece un segno e i Tuareg bianchi si avvicinarono. Un intenso silenzio regnava nella misteriosa sala, turbato solo dal gorgoglio fresco della fontana. I tre negri si erano messi ad aprire l'involucro deposto vicino al sarcofago dipinto. Curvi sotto il peso di un indicibile orrore, Morhange e io guardavamo. Ben presto una forma rigida, una forma umana ci apparve. Un lampo rosso brillò su di lei. Avevamo davanti a noi, stesa al suolo, avvolta in un velo di mussola bianca, una statua di bronzo pallido, una statua simile a quelle che nelle nicchie intorno sembravano fissare su di noi uno sguardo impenetrabile. "Sir Archibald Russel" mormorò lentamente il professore. Morhange, muto, si avvicinò, ebbe la forza di sollevare il velo e fissò a lungo la cupa statua di bronzo
“Una mummia, una mummia” disse
infine “ma vi sbagliate, non è una mummia."
“A voler parlare con proprietà”
replicò Le Mesge, non si tratta di una mummia; tuttavia, avete
davanti la spoglia mortale di Sir Archibald Russel. Infatti, caro
signore, devo dirvi che i processi di imbalsamazione usati da Antinea
differiscono da quelli dell’antico Egitto. Qui niente natron,
niente bende, niente aromi. Lo Hoggar ha ottenuto subito risultati
che la scienza europea ha raggiunto solo dopo lunghi tentativi.
Quando sono arrivato qui, quale non è stato il mio stupore nel
constatare che vi si praticava un metodo di imbalsamazione che
ritenevo conosciuto solo nel mondo civile.”
Con l’indice piegato, il professore
batté un piccolo colpo sulla fronte opaca di Sir Archibald Russel:
ne uscì un suono metallico.
"E' bronzo, mormorai, non è una fronte umana, è bronzo."
"E' bronzo, mormorai, non è una fronte umana, è bronzo."
Le Mesge alzò le spalle. "E' una
fronte umana” affermò tagliente “e non é bronzo. Il bronzo è
più scuro, signore. Questo é l‘eccezionale metallo misterioso di
cui parla Platone nel Crizia, che sta fra l'oro e l'argento; è il metallo
specifico dell’Atlantide: è l'oricalco."
Chinandomi maggiormente, constatai che
era lo stesso metallo che ricopriva le pareti della biblioteca.
"L'oricalco, continuò Le Mesge. -
Non avete l’aria di capire molto bene come un corpo umano possa
sembrare di questo metallo. Su, capitano Morhange, voi, a cui facevo
credito di un certo sapere, non avete mai sentito parlare del
procedimento del dottor Variot per conservare i corpi in modo diverso
dall'imbalsamazione? Non avete mai letto il libro di quel medico?
(Variot, L'anthropologie galvanique, Parigi 1890 - nota di M.Leroux).
Vi espone il metodo detto della galvanoplastica. I tessuti cutanei
sono spalmati da un leggero strato di sale d’argento per diventare
conduttori di elettricità. Il corpo viene quindi immerso in un bagno
di solfato di rame e la polarizzazione e compie il suo lavoro. E' lo
stesso procedimento con il quale è stato metallizzato il corpo di
questo stimato maggiore inglese, ma il solfato di rame è stato
sostituito da un bagno di solfato di oricalco, materiale ben più
raro. Così invece dl una statua di un povero metallo come il rame,
avete davanti a voi un corpo di un metallo più prezioso dell’oro e
dell’argento, in una parola una statua degna della nipote di
Nettuno.”
Le Mesge fece di nuovo un segno, gli
schiavi presero il corpo e in pochi minuti lo fecero scivolare nel
suo sarcofago di legno dipinto. Questo fu poi collocato diritto nella
sua nicchia, vicino a quella in cui una custodia del tutto uguale
portava l'etichetta n. 52. Poi, compiuta l’opera, senza dire una
parola, i tre Tuareg si ritirarono. (...)
(Pierre Benoit, L'Atlantide, pagine
124-125 ed. Demetra 1995, traduzione di Gabriella Pesca Collina)
Il misterioso oricalco, in fin dei conti, potrebbe anche essere plastica, o fibra di carbonio, o titanio, alluminio, o qualcun altro ancora degli elementi presenti sulla Terra e oggi utilizzati dalla nostra tecnologia, ma ignoti ai tempi di Platone e poco conosciuti anche ai tempi in cui Pierre Benoit scriveva L'Atlantide. In fin dei conti, di Atlantide si immaginano tante cose, è ben possibile che conoscessero anche questi materiali; se padroneggiavano la galvanotecnica potevano isolare l'alluminio... Quanto all'oricalco, in tempi moderni è il nome di una lega metallica particolare, simile all'ottone, con il quale furono costruite anche trombe e strumenti a fiato; nell'Otello di Verdi si parla di "titanici oricalchi" per indicare tuoni e rumori della tempesta (il libretto è di Arrigo Boito).
Per saperne di più su leghe metalliche
e bronzo, posso però rimandare anche qui, su questo stesso blog, in "La verità su Re Mida".
(nelle immagini, questa precisa scena dall'Atlantide di Pierre Benoit ripresa in "Totò sceicco" di Mario Mattoli)
Il passaggio con cui hanno reso metallico il corpo di Sir Archibald Russel mi ha fatto venire i brividi lungo la schiena. Come a dire, nemmeno la consolazione di ritornare alla terra...
RispondiEliminaNon avevo mai sentito parlare dell'oricalco!
per Benoit, l'Atlantide è sotto un mare di sabbia - cioè il Sahara. Un libro d'avventure, piuttosto bello, con la Legione Straniera e tante altre cose. Ne hanno tratto dei film quasi sempre non riusciti (c'è un buon Pabst degli anni '30), questo con Totò e Aroldo Tieri è bizzarramente fedele all'originale, almeno nei punti chiave. (è il mio film di Totò preferito, detto en passant)
RispondiEliminaImpressionante, sì, ma in certo senso anche affascinante. Dopotutto si tratta di un corpo senza vita, direi meglio della mummificazione.
RispondiEliminaSai che quel film di Totò mi è particolarmente caro? Ricordo che lo vidi da bambina, mi piacque da matti l'intreccio e il modo in cui fra scenografia e regia avevano reso la storia. Con quella musica in sottofondo dell'epoca, una sorta di vibrato che dava un senso di mistero.
la musica forse è il Theremin, ma dovrei controllare. Uno dei primi strumenti elettronici, lo conosci?
RispondiEliminaa me piace quando arriva Arnoldo Foà :-)
ma anche il tormentone del "come soffre" è notevole