mercoledì 6 settembre 2017

Il giardino segreto di Wim Mertens


Wim Mertens è un pianista e compositore fiammingo, autore anche di colonne sonore per il cinema ( ha scritto per Peter Greenaway ) e il teatro. Ho sentito per la prima volta qualcosa di suo molti, molti anni fa, non ricordo più in quale circostanza. Comprai anche un disco, Vergessen; lo ascoltai con sorpresa, stupore forse perché all’epoca ( anni Ottanta ) quel tipo di musica, vicina a quella minimalista, era ancora appannaggio di pochi e non aveva molta possibilità di diffusione. Mi piaceva la reiterazione dei motivi, con piccoli scarti, minime variazioni. Nella dimensione estatica penso si entri così, tutto sommato, accedendo al circolo creato da suoni che ritornano continuamente su se stessi. 




Interessante la risposta che Mertens dà a una domanda posta durante un’intervista; a proposito del modo adottato da alcuni per definire le sue composizioni, considerate “meditazioni”, “filosofia della musica” .
Mertens afferma:

"La musica va sempre più in là della filosofia perché lavora con mezzi impalpabili, mentre la filosofia usa le parole per descrivere cose che nella musica esistono già. Inoltre la musica ha delle regole ma, anche, vie di fuga che le permettono di abbattere gli steccati."  ( fonte )


La precisazione di Mertens mi ha fatto pensare a una illuminante considerazione di Elémire Zolla sull’insufficienza della parola e, dunque, indirettamente, sulla qualità più elevata di altre espressioni che di parole sono prive, come quelle musicali. Zolla osserva ( vado a memoria ) che la parola è un povero mezzo e che con chi di parola è privo, per esempio un animale, la comunicazione per l'uomo è molto più intima. Per entrare in una dimensione comunicativa con qualcosa o qualcuno diverso da noi bisogna "imitarne" il suono, il ritmo, l'essenza.



Lascio qui un link a Often a bird, uno dei brani di un album di Mertens, Jardin clos.






Il secondo video di cui riporto il link ( un clic qui ) ha come tema musicale sempre Often a bird ma il brano si lega a una serie di immagini che rimandano alla sequenza di Fibonacci e dunque alla sostanziale unità del tutto.





Nell'ultimo video ( un clic qui ) uno dei brani del primo disco che ascoltai di Mertens. Anche qui c'è qualcosa che cresce e poi si ritira; a me ricorda il movimento di un'onda o di un respiro.




7 commenti:

  1. Eccezionale. Non lo conoscevo di nome, ma qualche musica l'avevo già sentita… in particolare Struggle for Pleasure, forse alla radio o in televisione. Molto bella, anzi bellissima, Often a bird. Bel post :-)

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  2. Sì, Struggle for Pleasure penso sia la sua composizione più nota; deve essere stata ripresa e riscritta da altri musicisti. Era uno dei temi della colonna sonora di un film di Greenaway.
    Grazie per l'apprezzamento e per esserti fermata un po' qui:-)

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  3. Abbiamo la stessa età,credo, e lo stesso giudizio su Mertens. In merito alle successive considerazioni sull'impalbabile musicale aggiungo che ho scelto già da adulta una specializzazione musicoterapica presa mentre già lavoravo con persone in difficoltà. La cosa che mi faceva impazzire e che mi dava davvero da pensare molto molto era la momentanea rinuncia o sospensione della razionalità parlata, scritta. Una dimensione per me familiare e ostica. Fu un percorso travagliato è utilissimo. Oggi, adultissima, ho risolto molti nodi di questo genere. Almeno credo. Tutto ciò rimane argomento di grande interesse per me, d'altronde sono cose che non si finisce mai di approfondire o chiarire. La musica incontra l'incontro io senza intermediazioni, questo è meraviglioso.

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  4. Il correttore ha sbagliato: la musica incontra l'inconscio senza intermediari... ( non sto a togliere accenti che lui voleva e io no, detesto il correttore)

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  5. Il non detto può trovare canali diversi per manifestarsi a patto che vi si sappia ricorrere e che si sappia riconoscerne la portata, la qualità. Ti sarai accorta, frequentando da un po' questo blog che, a raccontare qualcosa, è ,spesso, solo Giuliano, che non a caso è un autore. Io mi limito, di solito, a parlare attraverso le parole degli altri, degli scrittori che, diversamente da me, sanno dire anche quello che nascondono. Tendo invece più naturalmente a esprimermi attraverso i colori, la grafica... Quando sono capitata per la I volta nel tuo blog sono stata subito presa, non a caso, dal modo in cui avevi impostato la tua pagina web, oltre che dal contenuto dei tuoi post. Mi sono sentita a casa:-)

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    1. Che bello! Io invece ho apprezzato a colpo d'occhio l'onesta' di ricorrere a interessantissime "citazioni" - sempre stimolanti e sentite, non sbruffonate intelettualistiche.
      Il mondo è vasto e molto interessante e chi è senza curiosità va tenuto alla larga. Se possibile :-)

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  6. Grazie, Laura:-) Sì, il mondo è vasto e interessante ed è vitale lasciarsi sorprendere da tutto ciò che di bello ha offerto e che può ancora offrire attraverso le sue diverse voci:-) Proprio ieri ho visto uno spettacolo meraviglioso alla Fenice. Intorno a un'opera considerata minore di Rossini, ma ugualmente incantevole, hanno lavorato in tanti, ognuno concorrendo con la propria intelligenza, la propria sensibilità, le proprie abilitità alla riuscita di uno spettacolo totale, in cui hanno trovato espressione la musica, il canto, l'arte attraverso le scenografie.. Pensavo a questo mentre tornavo a casa, contenta, serena:)

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