Voce del falcone: (con dolore)
Ma come posso non piangere?
Ma come posso non piangere?
La donna non getta ombra,
l'Imperatore deve diventare pietra!
(Hugo von Hofmannstahl, da "La donna senz'ombra" di Richard Strauss)
L'Imperatore va a caccia e ferisce una gazzella, che si rivelerà essere una donna giovane e bella: un inizio davvero da favola. Ma l'opera non inizia così, tutto questo è già successo e quando si apre il sipario noi siamo più avanti, molto più avanti, prossimi alla tragedia. Potrà acquistare forma umana la giovane donna, che nel frattempo ha sposato l'uomo che l'aveva ferita? Il falco dell'Imperatore, dato per perduto, ritorna con questo messaggio: se la donna non trova l'ombra, cioè se esce definitivamente dal mondo degli spiriti, l'Imperatore verrà punito e diventerà pietra. Qui comincia "La donna senz'ombra", e ciò che segue è la storia della ricerca della natura umana, cioè dell'ombra (e della maternità). Per fare questo, la donna dovrà uscire dal palazzo, scendere tra gli umani, mischiarsi a loro.
Ce ne è abbastanza per innamorarsi di quest'opera, anche perché la musica è molto bella. A me è andata bene, nel 1986 ho trovato sulla mia strada Wolfgang Sawallisch che, alla Scala di Milano, mi ha condotto per mano in uno dei testi più complessi mai scritti: « La donna senz'ombra ha fama di essere uno dei libretti più difficili che si conoscano, oltre che uno dei più belli; ed è una fama giustificata. (Roberto Calasso, dal programma di sala 1985-86) »
La donna senz'ombra (Die Frau ohne Schatten) è stata scritta fra il 1914 e il 1917, la prima rappresentazione è del 1917, in tempo di guerra. Forse questo è stato il vero difetto di Richard Strauss (grandissimo musicista): vivere in un mondo da favola mentre il mondo intorno a lui faceva tutt'altra scelta.
dalla Premessa di Hugo von Hofmannstahl:
Durante una battuta di caccia l'Imperatore delle isole del Sud Ovest ferisce al collo una gazzella bianca, che si trasforma in una giovane donna, bellissima: la figlia del Re degli Spiriti. La sposa, ma dopo il matrimonio la donna perde il magico potere di trasformarsi in animale. D'altra parte, non è ancora un vero essere umano: le manca l'ombra e non è madre. due manifestazioni che hanno lo stesso significato. Intanto, il Re degli Spiriti è in collera con la figlia e manda segretamente dei messaggeri, che vengono ricevuti dalla nutrice; i due sposi ignorano questi fatti e godono del loro amore. Stanno insieme durante la notte e si dividono durante il giorno; l'Imperatore va a caccia e l'Imperatrice resta sola con la nutrice. Una mattina, sopra il padiglione solitario del giardino dove l'Imperatrice vive lontana da ogni estraneo, volteggia un falco. E' il falco preferito dall'Imperatore, che si era perso da quella battuta di caccia e con cui aiuto era stata catturata la gazzella bianca. Il suo minaccioso e triste richiamo suona all'orecchio dell'Imperatrice come una voce umana: «Il tempo è presto scaduto e ancora la donna è senz'ombra, così l'Imperatore dovrà trasformarsi in pietra.» L'Imperatrice comprende bene il significato del messaggio: lei ha lasciato il mondo dei demoni ma l'amore che l'Imperatore nutre per lei è soltanto gelosia e lussuria, non può farla entrare nella sfera degli esseri umani. Lei resta fra due mondi: uno non la lascia andare, l'altro non l'accetta ancora. Però la maledizione non colpirà lei ma suo marito, colpevole d'egoismo. Lei capisce e si spaventa, ma nello stesso momento trova la forza e il coraggio di affrontare la minaccia: così vuole conquistarsi l'ombra a costo di qualsiasi sacrificio.
Qui comincia l'opera. Buon ascolto, non è facile ma ne vale la pena. PS: le immagini per forza di cose saranno sempre un po' goffe; nessuna messa in scena può valere la forza del vostro immaginario. Nel caso, chiudete gli occhi e ascoltate la musica. ( un clic qui )
Die Stimme des Falken:
(klagend)
Wie soll ich denn nicht weinen?
Wie soll ich denn nicht weinen?
Die Frau wirft keinen Schatten,
der Kaiser muss versteinen!
(dipinto di Andrew Wyeth, 1948)
(dipinto di Andrew Wyeth, 1948)
è da far notare che l'Imperatrice, per trovare l'ombra, si rivolgerà alla moglie del tintore (che è madre e moglie, appunto). Su youtube ho trovato una registrazione di uno spettacolo dove il regista ha messo delle lavatrici, cioè la tintoria che smacchia i vestiti: magari può piacere come battuta di spirito, ma il mestiere di tintore è stato per secoli un mestiere dove ci si sporca, dove si usano materie prime con cattivi odori. Il risultato finale (il bel tessuto morbido e colorato) piace, ma il mestiere di tintore non era dei migliori. Penso proprio che sia questo il motivo per cui Hofmannstahl scelse il tintore, e non un falegname o un muratore. Oggi della fatica del lavoro, e delle sue conseguenze sulla salute, si è quasi persa la memoria; e il regista di quello spettacolo mostra con estrema chiarezza questa perdita di memoria.
RispondiEliminaA proposito di lavatrici: come sai, sto leggendo Joseph Roth, autore a cui, più o meno velatamente, si rimprovera la nostalgica disposizione verso il passato. A me invece pare che dinanzi a operazioni di centifruga di ogni ogni cosa passata e presente e persino futura,che spesso si registrano nel nostro tempo e non solo sul piano culturale, l'atteggiamento di Roth sia più che comprensibile.
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