sabato 16 settembre 2017

Erbabianca


Si conta e si racconta a lorsignori che c’era una volta e c’era un Re e una Regina. La Regina ogni figlio che faceva era una femmina. Il Re, che desiderava un maschio, s’arrabbiò e disse: - Se fai un’altra femmina, te l'ammazzo. La povera moglie, angustiata, finì per mettere al mondo proprio un’altra femmina, ma così bella come non se n'erano mai viste. Per timore che il marito gliel’ammazzasse, disse alla comare:
- Se la prenda vossignoria, questa creatura, e ne faccia quel che meglio crede.
La comare la prese e si disse: «Che posso fare io d’una bambina? » e andata in aperta campagna, la pose su un cespuglio d’erba bianca.
In quella campagna stava un eremita. Nella sua grotta l’eremita aveva una cerva che stava nutrendo i cerbiattini appena nati. Ogni giorno, la cerva usciva per cercarsi da mangiare. Quella sera, quando la cerva tornò nella grotta, i cerbiattini cercarono di succhiare il latte, ma le mammelle della cerva erano vuote e i cerbiattini restarono a bocca asciutta. Lo stesso si ripeté il giorno dopo, e il giorno dopo ancora: i cerbiattini stavano morendo di fame. L’eremita, che ne aveva compassione, si mise dietro alla cerva, e vide che il latte andava a darlo a una bambina che stava in un cespuglio d’erba bianca. L’eremita prese in braccio la bambina, e se la portò nella grotta. Disse alla cerva:
- Nutriscila qua,e dividi il tuo latte tra lei e i tuoi cerbiatti -.

A poco a poco, la bambina si svezzò, e cresceva, e più cresceva più era graziosa. Faceva i servizi all'eremita, e l’eremita le s’era affezionato come a una figlia. Una volta un altro Re andava a caccia e sul più bello si smuove una tempesta: acqua, tuoni, vento; il Re non trova altro riparo che la grotta dell’eremita. Vedendo entrare il Re tutto bagnato, l'eremita chiamò: - Erbabianca! Erbabianca! Porta una sedia, accendi il fuoco, diamo soccorso a Sua Maestà!
Il Re disse: - Erbabianca? Che nome è questo, buon romito? (...)



(foto di Andrea Moro, università di Trieste; scattata a Levanzo in Sicilia)



‘ Erva bianca (dial. siciliano): Artemisia arborescens L., sorta di assenzio. (nota di Italo Calvino)
(Italo Calvino, da Fiabe italiane)

(illustrazione di Kate Greenaway, ma per un'altra fiaba)

4 commenti:

  1. D'altronde Italo Calvino era figlio di noti botanici, in Sardegna hanno diretto il bel giardino botanico di Cagliari, mentre recentemente ho cercato e causalmente trovato refrigerio in un giardino di Sassari. C'era un caldo assassino ed una volta seduta ed abbeverata, ho preso ad osservare la bella struttura del giardino : era realizzato proprio dalla coppia. Erano anche impegnati nella divulgazione, insomma scrivevano moltissimo. La mamma di Italo era una accademica più riconosciuta del babbo, una copia simpatica! Invece non avevo mai letto questa bellissima fiaba.

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    1. sì, è una nota che avrebbe potuto mettere solo un botanico :-) del resto, si sa che Italo Calvino è nato a Cuba perché i suoi genitori erano lì per lavoro, come botanici. E' sempre bello leggere e rileggere Calvino, sono contento di essere stato suo contemporaneo e di aver fatto in tempo a leggere i suoi libri man mano che uscivano (dagli anni 60 in su, s'intende)

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  2. Calvino, uno dei nostri migliori scrittori e fa piacere vederlo tradotto qui, in portoghese, con molti dei suoi libri e riproposto nelle collane dei classici della letteratura dei quotidiani nazionali.

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    1. Calvino in portoghese? mi viene da pensare che i liguri parlano un dialetto che al portoghese un po' somiglia :-) ovviamente, visti da qua (chissà loro cosa ne pensano...)
      Italo Calvino è un maestro di stile e di chiarezza, con lui metto Primo Levi e Dino Buzzati, e anche Achille Campanile. Un italiano perfetto, limpido e leggibile anche quando diventa difficile.

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