Nei tempi antichi viveva in Irlanda un
nobile uomo della casata dei Fitzgerald. Il suo nome era Gerald, ma
gli Irlandesi, che avevano sempre avuto molta considerazione per la
sua famiglia, lo chiamavano Gearoidh Iarla, il Conte Gerald. Aveva un
grande castello, o meglio una fortezza, a Mullaghmast; e ogni volta
che il governo inglese si provava a recare un torto alla sua patria
era sempre pronto a prenderne le difese. Oltre a essere un valoroso
condottiero in battaglia e abilissimo nell’usare ogni tipo d’arma,
era esperto in magia nera ed era capace di assumere qualunque forma
volesse. Sua moglie sapeva di questo potere e spesso gli chiedeva di
farla partecipe di qualcuno dei suoi segreti, ma mai il Conte aveva
voluto accontentarla. Lei insisteva soprattutto per vederlo sotto
qualche strana sembianza, lui però continuava a rimandare con un
pretesto o l'altro. Ma non sarebbe stata donna se non avesse avuto
perseveranza. Il marito infine l’avvertì che se si fosse
spaventata anche solo un po' mentre lui si trovava fuori dalla sua
forma naturale, non gli sarebbe più stato possibile riacquistarla
prima che molte generazioni di uomini fossero andate sotto terra.
«Oh! Non sarebbe stata la moglie adatta per Gearoidh Iarla se avesse
potuto spaventarsi facilmente. Se solo lui l’avesse accontentata in
questo suo capriccio, avrebbe visto quant'era coraggiosa!»
Così una bella sera d’estate mentre
stavano seduti nel grande salone, egli volse il viso dall’altra
parte, mormorò alcune parole e, in un batter d’occhio, era bell'e
che sparito e un grazioso cardellino svolazzava per la stanza. La
moglie, per quanto si ritenesse coraggiosa, ne fu un po' spaventata
ma seppe controllarsi abbastanza bene, soprattutto quando l’uccellino
andò a posarsi sulla sua spalla, sbatté le ali, appoggiò il
beccuccio alle sue labbra e cinguettò la più bella melodia che mai
si fosse udita. La bestiola si mise a disegnar cerchi per la stanza,
giocò a rimpiattino con la sua dama, volò in giardino, tornò
indietro, si posò sul suo grembo come addormentato e balzò via di
nuovo.
Quando il gioco era durato abbastanza
da soddisfare entrambi, spiccò un altro volo all’aperto; ma,
parola mia, non ci mise molto a tornare. Volò dritto in seno alla
sua donna e, l’attimo seguente, un falco rapace si precipitava
dietro di lui. La donna diede uno strillo acuto, sebbene non ce ne
fosse bisogno, perché il terribile uccello - entrato come una
freccia - andò a sbattere contro un tavolo con tale violenza che la
vita gli schizzò fuori. Dal corpo scosso dai tremiti della bestia la
dama volse lo sguardo al luogo dove, un attimo prima, aveva visto il
cardellino: ma non posò mai più gli occhi né sul cardellino né
sul Conte Gerald.
Una volta ogni sette anni il Conte
cavalca per la grande pianura del Kildare su un destriero dagli
zoccoli d’argento che, al tempo in cui sparì, erano spessi mezzo
pollice: quando questi zoccoli saranno diventati sottili come
l’orecchio di un gatto, egli sarà restituito alla società dei
viventi, combatterà una grande battaglia contro gli Inglesi e
regnerà sull’Irlanda per quarant’anni. Assieme ai suoi guerrieri
dorme ora in una lunga caverna sotto il Forte di Mullaghmast. Nel
mezzo della caverna si allunga una tavola: il Conte sta al posto
d’onore e i suoi soldati, vestiti delle loro armature, siedono ai
due lati con la testa appoggiata sul piano. I cavalli, sellati e
imbrigliati, stanno ritti ai loro posti dietro i padroni, su entrambi
i lati; e quando il giorno verrà, il figlio del mugnaio che nascerà
con sei dita per mano suonerà la sua tromba, e i cavalli
scalpiteranno e alzeranno nitriti, e i cavalieri si sveglieranno e
monteranno sui loro destrieri per andare a combattere.
In una notte che si ripete ogni sette
anni, mentre il Conte cavalca per la grande pianura del Kildare,
l’accesso può esse visto da chiunque si trovi a passare di lì.
Circa cento anni fa un mercante di cavalli che, un poco ubriaco, era
fuori sul tardi, vide la caverna illuminata e vi entrò. Le luci, il
silenzio e la vista degli uomini con l’armatura lo intimorirono non
poco ed egli ridivenne sobrio. Le mani cominciarono a tremargli e una
briglia gli cadde sul pavimento. Il suono del morso echeggiò per
tutta la lunga caverna, e uno dei guerrieri che stava vicino a lui
sollevò leggermente la testa e, con una voce fonda e roca, disse: -
E già ora? - L’uomo ebbe la presenza di spirito di rispondere: -
Non ancora, ma lo sarà presto, - e il pesante elmo ricadde sulla
tavola. Il mercante di cavalli usci più in fretta che poté, e io
non ho mai sentito di altri cui sia capitata una simile avventura.
L’ultima volta che Gearoidh Iarla è
riapparso, gli zoccoli del cavallo erano sottili come una moneta da
sei penny.
William Butler Yeats, L’incantesimo
di Gearoidh Iarla; da "Fiabe irlandesi", pag.373-374 ed.
Einaudi 1981, traduzioni di Maria Giovanna Andreolli e Melita
Cataldi.
(il cardellino prigioniero è di Karel Fabritius, anno 1654)
Dormono tutti nella montagna, anche Federico Barbarossa se non mi sbaglio. E torneranno tutti, prima o poi. Come si fa a iscriversi a questo blog?
RispondiEliminala casella per iscriversi mancava, adesso è qui a destra :-)
RispondiEliminaho riletto le Fiabe irlandesi di recente, volevo metterne almeno una e questa è molto bella.
La fiaba infatti è molto bella, volevo solo sottolineare la costante (come il temporale nell'Erba Bianca: è da Didone e Enea, o forse da prima, che i temporali servono a introdurre gli incontri amorosi). Volevo iscrivermi al vostro blog per ricevere una notifica quando pubblicate un nuovo post, ma non riesco, forse perché io sono su Wordpress. Anche per inviare un commento è parecchio complicato... :-)
RispondiEliminasì, è un po' complicato lasciare i commenti... però abbiamo amici anche su wordpress.
RispondiEliminaQuest'anno ho ripreso in mano i volumi di fiabe, adesso mi mancano i Grimm.
Ciao, Elena:-) Benvenuta! Molto interessante la tua osservazione sulla costante "temporali". Grazie!
RispondiEliminaPer un po' sarò presente solo ogni tanto in rete con i miei commenti; purtroppo ho subito un intervento alla caviglia e scrivere stesa sul divano tenendo il piccolo portatile in grembo con la gamba in alto non è impresa semplice. Posso però sicuramente leggere... :-)
p.s.
RispondiEliminaper le notifiche, se il link che ho aggiunto nella colonna destra non ti aiuta, forse puoi provare, se ne hai la possibilità, a creare un blogroll ( dà la possibiità di inserire link di blog preferiti e dà notifica degli aggiornamenti ) nel tuo sito.
Ciao, Giacinta, ti faccio tanti auguri per la caviglia, rimettiti presto in piedi! Intanto complimenti per i tuoi post musicali. Lì non commento perché in musica sono ignorante totale, però la ascolto con rapita umiltà. Mi è piaciuto molto il madrigale e anche il brano di Britten dal "Sogno". Britten (che ho conosciuto dalla radio) è uno dei pochi novecenteschi che mi affascinano (parlo come se ne conoscessi chissà quanti, di novecenteschi...). Avevo già pensato di creare un blogroll, ma devo chiedere l'aiuto del mio consulente per questioni tecniche, che non è sempre disponibile. Intanto spero di riuscire a inviare questo. Saluti a te e a Giuliano e a presto!
EliminaMi sembrava di essere riuscita a rispondere, ma poi è sparito tutto. Ci riprovo: Ciao, Giacinta, ti faccio tanti auguri per la caviglia, rimettiti presto in piedi! Intanto complimenti per i tuoi post musicali. Lì non commento perché in musica sono ignorante totale, però la ascolto con rapita umiltà. Mi è piaciuto molto il madrigale e anche il brano di Britten dal "Sogno". Britten (che ho conosciuto dalla radio) è uno dei pochi novecenteschi che mi affascinano (parlo come se ne conoscessi chissà quanti, di novecenteschi...). Avevo già pensato di creare un blogroll, ma devo chiedere l'aiuto del mio consulente per questioni tecniche, che non è sempre disponibile. Intanto spero di riuscire a inviare questo. Saluti a te e a Giuliano e a presto!
RispondiEliminaAnche a me è successo poco fa da te. Il commento che ti avevo scritto ( e che è andato perso ) era migliore di quello che ti ho lasciato. Conviene sempre copiare ciò che si è scritto prima di pubblicare. E' dura ma noi non ci arrenderemo:-)
RispondiEliminaE' Giuliano che mi ha fatto conoscere Britten e che mi ha introdotto alla musica dei grandi compositori di ogni tempo. Britten mi piace molto e ha messo in musica anche testi di poeti francesi, inglesi... Sono straordinarie le Illuminations con testi di Rimbaud.
A presto! :-)
Puoi scommetterci che non ci arrenderemo! Appena ho un po' di tempo cerco le Illuminations (benché, musica del Novecento per una che non sa di musica, più testi delle Illuminations, mamma mia!)
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