IL MARTIN PESCATORE
Nessun pesce, oggi, ha abboccato; ma io
rincaso con una rara commozione nel cuore. Mentre reggevo la canna
della mia lenza, un martin pescatore é venuto a posarvisi sopra.
Uccello più sfolgorante da noi non esiste. Sembrava un gran fiore
azzurro in cima a un lungo stelo. La canna si piegava sotto quel
peso. Io non respiravo neppure, fiero d’essere scambiato per un
albero da un martin pescatore. E quando é volato via, non l’ha
fatto, vi dico, per paura, ma perché ha creduto di passare,
semplicemente, da un ramo a un altro ramo.
(Jules Renard, Storie naturali, pag.81
ed. Fabbri 2001, traduzione di Aldo Gabrielli)
eternamente el score,
e duto nasse e duto more
nel lume alegro che l'aria inasùra.
Xe ben savê che passa duto,
l'ora de zogia, el momento de luto;
e spetâ calmi,
ben intonai,
cantando salmi.
Stâ fermi e fasse palo
quando vien la tormenta,
quando el più grando ben se piega al
calo;
e la luse del sol in noltri stenta.
Sol tramontao
senpre el ritorna
e senpre azorna
nel cuor più tormentao.
(Biagio Marin , da "Nel silenzio più teso" ed. BUR 1981)
(il martin pescatore è di Ohara Koson, intorno all'anno 1900)
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