Naturalmente nulla di
tutto ciò è davvero accaduto al vero re Mida, ma é probabile che
la sua fama di grande metallurgo fosse meritata. L’Età del Bronzo
iniziò in quella zona attorno al 3000 a.C. La fusione del bronzo,
una lega di stagno e rame, era allora il settore tecnologico di
punta; e benché questo metallo fosse sempre costoso, ai tempi di re
Mida la tecnica della fusione in bronzo era già penetrata in molte
zone dell’Asia Minore. Quando in quella che era un tempo la Frigia
fu trovata una tomba con le spoglie di un re comunemente chiamato
Mida (ma che poi si rivelò essere suo padre Gordia) , lo scheletro
era circondato di manufatti in bronzo, tra cui coppe con iscrizioni
di buona fattura, e aveva come unico ornamento una cintura dello
stesso materiale. Devo però entrare nei dettagli: il bronzo non é come
l'acqua, che è sempre formata combinando due parti di idrogeno con
una di ossigeno, ma si può realizzare con ricette diverse e metalli
in varie proporzioni. Nel mondo antico lo si produceva in vari
colori, a seconda delle percentuali di stagno, rame e altri metalli
presenti nella lega. Una caratteristica peculiare dei giacimenti di
metalli nei paraggi della Frigia era l'abbondanza di minerali di
zinco. Lo zinco e lo stagno si trovano spesso frammisti in natura ed
è facile confonderli. La cosa interessante é che mescolando zinco e
rame non si ottiene bronzo, ma un metallo giallo: l'ottone. E in
effetti le fonderie di ottone più antiche di cui si abbia notizia si
trovavano precisamente nella regione dell'Asia Minore in cui un tempo
regnava Mida.
Ci siete arrivati? Provate
a confrontare un oggetto di bronzo con uno di ottone. Il primo é
scintillante, con chiari riflessi ramati, ed é difficile scambiarlo
per qualcos’altro. Il secondo è più seducente, più complesso,
più... dorato. Il tocco di Mida, con buona probabilità, era solo
dovuto a un tocco di zinco,metallo che gli accidenti della geografia
gli avevano fatto trovare nel suo angolo di Asia Minore.
Per verificare questa
teoria, nel 2007 un professore di metallurgia dell’Università di
Ankara e alcuni storici ricostruirono una fornace primitiva
dell’epoca di re Mida e la caricarono di minerali locali. Li
fusero, fecero colare il liquido risultante negli stampi e lo fecero
raffreddare. Meraviglia delle meraviglie, il metallo si solidificò
in lingotti di un incredibile colore dorato. Ovviamente non c'è modo
di sapere se i contemporanei di re Mida credessero davvero che queste
preziose coppe, statuette e cinture in lega di zinco fossero d’oro,
ma non furono necessariamente loro a creare le leggende sul suo
conto. Più probabilmente, i coloni greci che si stabilirono poi
sulle coste dell’Asia Minore furono affascinati dai «bronzi»
della Frigia, tanto più belli e scintillanti dei loro. Le storie che
si raccontavano in Grecia potrebbero essersi gonfiate di generazione
in generazione fino a tramutare la lega dal colore dorato in oro tout
court. Il potere molto terreno di un eroe locale diventò così il
potere soprannaturale di creare metalli preziosi. Parecchi secoli più
tardi il genio di Ovidio abbellì la storia per inserirla nelle sue
Metamorfosi, ed ecco fatto: un mito con un'origine assai plausibile.
(Sam Kean, Il cucchiaino
scomparso e altre storie della tavola periodica degli elementi,
pag.230-231 ed. Adelphi 2014 trad. Luigi Civalleri)
(il cartoon su Re Mida è un Walt Disney dei tempi d'oro; l'illustrazione è di John Cecil Clay, anno 1911)
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