giovedì 20 luglio 2017

La spada di Tutankhamon


"Gli antichi Egizi facevano monili con le meteoriti", titolava Repubblica nel ritaglio che porto qui sotto. In realtà, io avevo già letto Mircea Eliade ed ero quindi ben informato: sidereo, siderale, siderurgico hanno la stessa radice etimologica. Ci avevate mai pensato?

Noi non intendiamo affrontare il complesso problema della metallurgia del ferro nell’antico Egitto. Per molto tempo, gli Egiziani conobbero solamente il ferro meteoritico. Pare che il ferro dei giacimenti non sia stato utilizzato, in Egitto, prima della diciottesima dinastia e del Nuovo Impero. E' vero che oggetti in ferro terrestre sono stati rinvenuti tra i massi della Grande Piramide (2900 a.C.) e in una piramide della sesta dinastia, ad Abido, ma la provenienza egizia di questi oggetti non è stata ancora stabilita con certezza. Il termine biz-n.pt, “ferro del cielo”, o, più esattameme, “metallo del cielo”, rinvia chiaramente a un’origine meteoritica. E' d’altronde possibile che il termine sia stato originariamente applicato al rame. Identica la situazione presso gli Ittiti: un testo del quattordicesimo seeolo precisa che i re ittiti utilizzavano “il ferro nero del cielo”."
Il ferro meteoritico era noto a Creta fin dall’epoca minoica (2000 a.C.), e oggetti di ferro sono stati rinvenuti nelle tombe di Cnosso. L'origine “celeste” del ferro è, forse, attestata dal vocabolo greco sideros, che è messo in rapporto con il latino sidus, -eris, “stella”, e con il lituano svidu, “brillare”, svideti, “brillante”.
L‘impiego delle meteoriti non era, tuttavia, in grado di promuovete una “età del ferro” propriamente detta. Per tutto il tempo che esso continuò, il metallo rimase raro, prezioso quanto l’oro, e il suo impiego fu soprattutto rituale. Solo dopo la scoperta della fusione dei metalli fu possibile inaugurare un nuovo ciclo nella vita dell’umanità, l'età dei metalli. Questo é vero specialmente per il ferro. A differenza di quella del rame e del bronzo, la metallurgia del ferro assunse ben presto un carattere industriale. Una volta scoperto, o appreso, il segreto per fondere la magnetite o l’ematite, si poté disporre senza difficoltà di grandi quantità di metallo, in quanto i giacimenti erano ricchissimi e molto facilmente sfruttabili. Ma il trattamento del minerale terrestre differiva da quello del ferro meteoritico, come pure dal procedimento di fusione del rame e del bronzo. Soltanto dopo la scoperta dei forni e soprattutto dopo la messa a punto della tecnica di “indurimento” del metallo portato al rosso-bianco il ferro acquisì la propria posizione dominante. Si possono datare intorno al 1200-1000 a.C. , nelle montagne del1’Armenia, gli esordi di questa metallurgia su scala industriale. Di qui il segreto della fusione si diffuse in tutto il Vicino Oriente, il Mediterraneo e 1’Europa centrale, sebbene, come abbiamo appena visto, il ferro, sia quello di origine meteoritica che quello estratto da giacimenti di superficie, fosse conosciuto in Mesopotamia (Tell Asmar, Tell Chagar Bazar, Mari), in Asia Minore (Alaca Huyuk) e, probabilmente, in Egitto fin dal terzo millennio. La lavorazione del ferro restò a lungo fedele ai modelli e agli stili del bronzo, esattamente come quest’ultima aveva inizialmente ripreso la morfologia stilistica dell’età della pietra. Il ferro fece la sua comparsa sotto forma di ornamenti, di amuleti e di statuine, e conservò a lungo un valore sacro, che sopravvive, d’altronde, ancora presso molti “primitivi”.
Qui non analizzeremo le tappe della metallurgia antica, né mostreremo l’influsso che essa esercitò sul corso della storia. La nostra intenzione è unicamente quella di portare alla luce i simbolismi e i complessi magico-religiosi attualizzati e diffusi durante l'età dei metalli, soprattutto dopo il trionfo industriale del ferro. Prima di imporsi nella storia militare e politica dell'umanità, l'età del ferro ha infatti dato vita a creazioni spirituali. Come spesso accade, il simbolo, l’immagine, il rito anticipano e talvolta addirittura, si può dire, rendono possibili le applicazioni utilitaristiche di una scoperta.
Ancor prima di costituire un mezzo di trasporto, il carro fu un veicolo nelle processioni rituali: portava il simbolo del Sole o l'immagine del dio solare. D’altronde, non si é potuto “scoprire” il carro se non dopo aver compreso il simbolismo della ruota solare. Prima di modificare la faccia del mondo, l'età del ferro ha generato un grandissimo numero di riti, di miti e di simboli che hanno avuto notevole risonanza nella storia spirituale dell’umanità. Come abbiamo detto, solo dopo il successo industriale del ferro si può parlare di una tappa metallurgica dell'umanità. La scoperta della fusione del ferro e i progressi ulteriori di questa tecnica hanno infatti conferito un nuovo valore a tutte le tecniche metallurgiche tradizionali. La metallurgia del ferro terrestre ha reso questo metallo di uso quotidiano. Ora, questo fatto ha avuto conseguenze di notevole importanza. Accanto alla sacralità celeste, immanente alle meteoriti, abbiamo una sacralità tellurica, cui partecipano le miniere e i minerali. La metallurgia del ferro ha, naturalmente, tratto profitto dalle scoperte tecniche della metallurgia del rame e del bronzo. Si sa che fin dal Neolitico (sesto e quinto millennio), l’uomo impiegava sporadicamente il rame che poteva trovare sulla superficie della terra, ma lo trattava come la pietra o l’osso: ignorava, cioè, ancora le qualità specifiche del metallo. Più tardi si é cominciato a lavorare il rame riscaldandolo, e intorno al 4000-3500 a.C. (nei periodi Al Ubeid e Uruk) si é iniziato a praticare la fusione propriamente detta, ma anche in questo caso non si può parlare ancora di una “età del rame”, poiché si producevano piccolissime quantità di metallo.
L’apparizione tarda del ferro, seguita dalla sua diffusione su scala industriale, ha fortemente influenzato i riti e i simboli metallurgici. Tutta una serie di tabù e di impieghi magici del ferro derivano dalla sua vittoria sul rame e sul bronzo, che rappresentano altre “età" e altre mitologie. Il fabbro é, prima di tutto, un artigiano del ferro, e la sua condizione di nomade (egli suole spostarsi continuamente alla ricerca di metallo grezzo e di ordinazioni) lo pone a contatto con popolazioni differenti. Il fabbro é il principale agente di diffusione delle mitologie, dei riti e dei misteri legati alla metallurgia. Questo complesso di fatti ci introduce in un prodigioso universo spirituale, che ci proponiamo di descrivere nelle pagine seguenti.
Mircea Eliade, "Arti del metallo e alchimia", ed. Boringhieri 1980, capitolo primo, traduzione di Francesco Sircana.

 
(il profilo è quello della maschera di Tutankhamon;
il dipinto del meteorite è di Charles Piazzi Smyth, 1843;
l'articolo viene dal Venerdì di Repubblica)

8 commenti:

  1. Molto interessante.
    Soprattutto scoprire questo uso del ferro meteoritico, così come la funzione del fabbro nelle età antiche.

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  2. sì, Mircea Eliade è stato un personaggio ambiguo ma era anche un'enciclopedia vivente, una fonte di informazioni fuori dal comune. In questo libro raccoglie saggi proprio sui fabbri, che al principio erano itineranti (seguivano il percorso dove trovare il ferro, i minerali) ed erano spesso visti come stregoneschi, infernali, anche a causa delle malattie derivanti dal loro lavoro, l'esposizione al fuoco eccetera (molti metalli sono velenosi, per primo il rame, poi il piombo...). Da qui deriva anche il mito dei fabbri abili e misteriosi, come il Mime dei Nibelunghi del mito nordico, e di Wagner. Una storia lunga e interessante, ma ti posso già dire che il prossimo post toccherà a Re Mida.
    PS: il ferro c'è dappertutto, ogni volta che vedi una pietra o una montagna color ruggine... :-) (mattoni compresi)

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    1. Sì, in effetti anche il mito e l'epica hanno fatto del fabbro una figura leggendaria. Ottime riflessioni.

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    2. c'è anche un bel racconto di Primo Levi, nel Sistema Periodico, che somiglia molto a ciò che racconta Eliade: è dedicato al Piombo e non al Ferro, ma è sempre bello da leggere.

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  3. Di Eliade abbiamo già parlato (qui e sul mio vecchio blog giulianocinema) per il film "Un'altra giovinezza", che è tratto da un suo romanzo; ma Eliade è stato prima di tutto un grande storico delle religioni. Non è di facile lettura, e spesso i suoi libri sono in mano a gente poco affidabile, ma vale la pena affrontarlo.
    Se ti piace l'argomento, sull'altro mio vecchio blog "deladelmur" c'è tutta una sezione intitolata "Il piccolo chimico" dove si parla di queste cose :-)

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  4. Molto interessante, specialmente in rapporto alle creazioni spirituali originate dal ferro. Se si pensa al ferro, però, viene in mente anche l'arma, la guerra, il combattimento, oltre che gli antichi riti.
    P.S. Approfitto della lettura e del commento per invitare a guardare il post di oggi sul mio blog. ;-)

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  5. sì, Eliade ne parla diffusamente ma qui ho messo solo la pagina che mi serviva :-) e ho fatto una piccola forzatura al titolo di Repubblica, la "spada" me la sono inventata io...

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