Anche Antonio Vivaldi, nel 1716, sceglie Giuditta come soggetto. La sua "Giuditta trionfante" (Juditha triumphans, in latino), un oratorio, è scritta per le ragazze che studiavano musica all'Ospedale della Pietà, a Venezia; una Giuditta tutta al femminile, quindi anche Oloferne è interpretato da una voce femminile. Il dramma c'è, Vivaldi era uomo di teatro e sapeva dosare bene gli effetti, ma è tutto sublimato dalla musica, che è piacevolissima. "Juditha triumphans" scorre via veloce, in concerto quasi non ci si accorge del tempo che passa.
Veni, veni, me sequere fida
Abra amata,
Sponso orbata.
Turtur gemo ac spiro in te.
Dirae sortis tu socia confida
Debellata
Sorte ingrata,
Sociam laetae habebis me.
Abra amata,
Sponso orbata.
Turtur gemo ac spiro in te.
Dirae sortis tu socia confida
Debellata
Sorte ingrata,
Sociam laetae habebis me.
Vieni, vieni, seguimi con fiducia,
amata Abra, privata dello sposo. Come tortora gemo e lamento a te. Di
sorte terribile tu sei compagna fidata, ma, quando sarà abbattuta la
sorte ostile, mi avrai compagna di sorte lieta. (testo orginale latino di Jacopo Cassetti)
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