(Henriette Ronner Knip) |
Avrei però resistito e sopportata l’Inghilterra per quei sei mesi che mio padre e l’Olivi volevano
infliggermi acciocché studiassi il commercio inglese (in cui intanto
non m’imbattei mai perché pare si faccia in luoghi reconditi) se
non mi fosse toccata un’avventura sgradevole. Ero andato da un
libraio a cercare un vocabolario. In quel negozio, sul banco,
riposava sdraiato un grosso, magnifico gatto angora che proprio
attirava le carezze sul soffice pelo. Ebbene! Solo perché dolcemente
l’accarezzai, esso proditoriamente m’assaltò e mi graffiò
malamente le mani. Da quel momento non seppi più sopportare
l'Inghilterra e il giorno appresso mi trovavo a Parigi.
Augusta, Alberta e anche la signora
Malfenti risero di cuore. Ada invece era stupita e credeva di aver
frainteso. Era stato almeno il libraio stesso che m’aveva offeso e
graffiato? Dovetti ripetermi, ciò ch'è noioso perché si ripete
male. Alberta, la dotta, volle aiutarmi: - Anche gli antichi si
lasciavano dirigere nelle loro decisioni dai movimenti degli animali.
Non accettai l’aiuto. Il gatto
inglese non s’era mica atteggiato ad oracolo; aveva agito da fato!
Ada, col grandi occhi spalancati, volle
delle altre spiegazioni: - E il gatto rappresentò per voi l’intero
popolo inglese?
Com’ero sfortunato! Per quanto vera,
quell’avventura a me era parsa istruttiva e interessante come se a
scopi precisi fosse stata inventata. Per intenderla non bastava
ricordare che in Italia dove conosco e amo tanta gente, l'azione di
quel gatto non avrebbe potuto assurgere a tale importanza? Ma io non
dissi questo e dissi invece:
- E' certo che nessun gatto italiano
sarebbe capace di una tale azione.
(Charles Burton Barber) |
Ada rise a lungo, molto a lungo. Mi parve persino troppo grande il mio successo perché m'immiserii e immiserii la mia avventura con ulteriori spiegazioni.
- Lo stesso libraio fu stupito del contegno del gatto che con tutti gli altri si comportava bene. L'avventura toccò a me perché ero io o forse perché ero italiano. It was really disgusting e dovetti fuggire.
(...) La piccola Anna che fino ad allora era rimasta immota ad osservarmi, a gran voce si diede ad esprimere il sentimento di Ada. Gridò:
- E' vero che è pazzo, pazzo del tutto? (...) E' pazzo! Parla coi gatti! Bisognerebbe subito procurarsi delle corde per legarlo!
(Italo Svevo, La coscienza di Zeno, pag. 98 edizione Dall'Oglio 1976)
Nessun commento:
Posta un commento