sabato 8 agosto 2020

Un gatto inglese


(Henriette Ronner Knip)

Avrei però resistito e sopportata l’Inghilterra per quei sei mesi che mio padre e l’Olivi volevano 
infliggermi acciocché studiassi il commercio inglese (in cui intanto non m’imbattei mai perché pare si faccia in luoghi reconditi) se non mi fosse toccata un’avventura sgradevole. Ero andato da un libraio a cercare un vocabolario. In quel negozio, sul banco, riposava sdraiato un grosso, magnifico gatto angora che proprio attirava le carezze sul soffice pelo. Ebbene! Solo perché dolcemente l’accarezzai, esso proditoriamente m’assaltò e mi graffiò malamente le mani. Da quel momento non seppi più sopportare l'Inghilterra e il giorno appresso mi trovavo a Parigi.
Augusta, Alberta e anche la signora Malfenti risero di cuore. Ada invece era stupita e credeva di aver frainteso. Era stato almeno il libraio stesso che m’aveva offeso e graffiato? Dovetti ripetermi, ciò ch'è noioso perché si ripete male. Alberta, la dotta, volle aiutarmi: - Anche gli antichi si lasciavano dirigere nelle loro decisioni dai movimenti degli animali.
Non accettai l’aiuto. Il gatto inglese non s’era mica atteggiato ad oracolo; aveva agito da fato!
Ada, col grandi occhi spalancati, volle delle altre spiegazioni: - E il gatto rappresentò per voi l’intero popolo inglese?
Com’ero sfortunato! Per quanto vera, quell’avventura a me era parsa istruttiva e interessante come se a scopi precisi fosse stata inventata. Per intenderla non bastava ricordare che in Italia dove conosco e amo tanta gente, l'azione di quel gatto non avrebbe potuto assurgere a tale importanza? Ma io non dissi questo e dissi invece:
- E' certo che nessun gatto italiano sarebbe capace di una tale azione.

(Charles Burton Barber)

Ada rise a lungo, molto a lungo. Mi parve persino troppo grande il mio successo perché m'immiserii e immiserii la mia avventura con ulteriori spiegazioni.
- Lo stesso libraio fu stupito del contegno del gatto che con tutti gli altri si comportava bene. L'avventura toccò a me perché ero io o forse perché ero italiano. It was really disgusting e dovetti fuggire.
(...) La piccola Anna che fino ad allora era rimasta immota ad osservarmi, a gran voce si diede ad esprimere il sentimento di Ada. Gridò:
- E' vero che è pazzo, pazzo del tutto? (...) E' pazzo! Parla coi gatti! Bisognerebbe subito procurarsi delle corde per legarlo!

(Italo Svevo, La coscienza di Zeno, pag. 98 edizione Dall'Oglio 1976)




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