domenica 16 febbraio 2020

Suono di passi



Calpestare la sabbia nel mattino rarefatto, timidezza di un esitante solo sole rosso che pare voler chiedere scusa per il disturbo recato alla notte, o per la giornata che porterà. Ecco il mare. Anche se è  prestissimo, evitare con cura le passerelle gli stabilimenti, avvicinarsi alla riva scendendo per uno spicchio selvaggio di spiaggia libera, tra l’ultimo bagno di Pinarella, il 59, e le prime colonie.
Fascino di una spiaggia romagnola dentro un’alba di settembre. I turisti che fino all’altro ieri la
gremivano, come non ci fossero mai stati. Recenti mareggiate hanno depositato un lungo tronco d’albero poco più in là della battigia. Sparuti bagnini al lavoro, come a continuare per riflesso condizionato qualcosa che più non ti riguarda. Gli ombrelloni, tranne quei pochi per coppie di anziani stranieri, già messi a ricovero per l’inverno, e i sostegni, rimasti soli nella piazza, paiono cippi di un sacrario militare.
Fa ancora freddo. Meno male che hai indossato la casacca della tuta che avevi nello zaino. Non hai pensieri. Sei qualcosa di dolente che cammina. Esisti solo come suono dei tuoi passi.

Nicola Pezzoli, Il volo interrotto degli angeli  ( qui )

2 commenti:

  1. Le spiaggie romagnole hanno ispirato tanti artisti e non solo loro. Tuttavia è un quandro un po' triste e solitario quello che leggo (nulla per la quale, per carità)
    Un salutone

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  2. È un passo di uno dei romanzi più intensi di Nicola Pezzoli. Il tema che attraversa l’opera è di quelli che possono ribaltare la visione e la percezione che possiamo avere di persone, situazioni e anche di ambienti. È un romanzo in cui i punti di vista sulla realtà delle cose si moltiplicano forse proprio per dare la misura della complessità e la bellezza della realtà umana, irriducibile a una visione e percezione univoca.

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