lunedì 5 agosto 2019

Smeraldi e berillio


(Werner Herzog, Cuore di vetro)

Vauquelin tornò quindi ad analizzare i berilli più nel dettaglio, scoprendo che erano composti da un certo numero di sostanze minerali basiche; il costituente fondamentale era la silice, o diossido di silicio, presente nella sabbia, nel quarzo e nell’ametista; l’allumina costituiva gran parte del resto. Questa forma cristallina di ossido di alluminio è l’ingrediente principale del corindone, di cui sono fatti rubini e zaffiri. A questo punto Vauquelin si rese conto che c’era anche un nuovo ossido che prima era sfuggito all'individuazione per via della sua somiglianza agli altri; una volta isolato e purificato questo ossido rivelò di fatto una proprietà singolare: era dolce al gusto, ragion per cui Vauquelin decise di chiamarlo «glucina». Il nuovo elemento metallico che questo ossido doveva contenere venne pertanto designato come «glucinio», anche se ci sarebbero voluti altri trent'anni prima che qualcuno riuscisse di fatto a produrlo. (Anche lo zirconio, un altro nuovo elemento scoperto in modo simile nelle pietre di zircone da un amico tedesco di Vauquelin, Martin Klaproth, nel 1789, dovette attendere più di trent’anni prima di essere isolato da Berzelius nel 1824.) In seguito, emerse che la glucina non era l’unico composto metallico ad avere un gusto dolce: venne così ribattezzata berillia, e l’elemento a essa associato ricevette il nuovo nome di berillio.

Chi era in cerca di tesori avrà accolto con disappunto le notizie di questi esperimenti che, contrariamente a quanto lasciava sperare una certa mentalità alchimistica, avevano dimostrato che anche le gemme più preziose non contenevano nessuna essenza dalla natura straordinaria. A differenza degli sporchi minerali, da cui si potevano trarre metalli splendenti, questi cristalli perdevano tutto il loro valore quando venivano trattati in laboratorio: solo due anni prima degli esperimenti di Vauquelin con smeraldi e rubini, il chimico inglese Smithson Tennant aveva bruciato un diamante fino a ridurlo a nulla, dimostrando così che non era costituito da qualche elemento esotico ma solo di comune carbonio.

(da "Favole periodiche" di Hugh Aldersey-Williams, pagine 458-459 edizione BUR 2011)

(una piccola nota a margine: Berillo è il minerale da cui si estraggono gli smeraldi, Berillio è invece l'elemento chimico identificato successivamente in quel minerale)

per la natura dei diamanti, magari può interessare qui


2 commenti:

  1. Esperimenti costosi... Chissà chi li finanziava :-)

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  2. ho aggiunto un link che potrebbe essere interessante :-)
    non ho notizie in proposito, ma penso che Smithson Tennant abbia bruciato qualche diamante piccolo, o magari gli scarti di lavorazione dei gioiellieri (non certo il Koh-i-noor!)
    :-)
    Smithson Tennant vive nel '700, muore nel 1815; fino agli inizi del '700, quindi, si pensava che le pietre preziose contenessero qualche principio misterioso, alchemico. Invece no, il diamante è fatto con la stessa materia del volgarissimo carbone.

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