E' successo tanto tempo fa, ma me lo
ricordo ancora: era sera tardi, stavo leggendo con la luce accesa, ed
ecco arrivare un mostriciattolo alato. Che sia una vespa? Punge? Poi
un altro, poi un altro, poi un altro ancora: uno sciame intero di
formiche alate. Formiche volanti, attirate dalla luce: smetto di
leggere, metto giù il libro, provo a raccapezzarmi in tutto quel
formicolare.
Parlandone mi sono accorto che non lo
sa quasi nessuno, molti non ci credono neppure se glielo spieghi, ma
le formiche volanti non sono una razza a sè stante. Sono formiche, e
basta; le formiche sono imenotteri come le api, e come le api
sciamano. Una regina nuova lascia il formicaio, i maschi alati la
seguono, perderanno le ali e fonderanno una nuova colonia - non certo
sulla mia lampada del comodino, ma in un bosco o in un orto di spazio
ne troveranno di sicuro. In seguito, lo avrei visto molte altre
volte; bisogna anche essere un po' fortunati, essere lì nel momento
giusto (le formiche sono più discrete delle api), ma uno sciame di
formiche alate è un evento ancora molto comune. Le ricordo sul
pesco, due o tre anni fa: sembravano non finire mai, uscivano dalla
terra e si fermavano lì, in attesa del segnale di partenza. Durò un
quarto d'ora, poi a un segnale preciso e misterioso se ne andarono via tutte,
volando. Le ho ritrovate in questi giorni, sullo stesso pesco; sono
meno numerose, qualcosa deve essere successo nel frattempo, ma devono
essere sempre loro, formiche nere alate.
Anche la somiglianza con le vespe non è
casuale: sono tutti imenotteri, e il confine fra vespe, api e
formiche è molto sottile e molto frequentato. Se avete un po' di
tempo libero e provate a guardare sui fiori di un prato troverete di
tutto, una enorme varietà di forme e di razze, api che sembrano
vespe, formiche che sembrano api, api che sembrano formiche, vespe
che sembrano formiche, c'è di tutto, perfino mosche che sembrano api
(o vespe: ne ho parlato qui).
Di sicuro una cosa la posso dire: le
nostre formiche non sono pericolose, non pungono, non mordono, non
sceglierebbero mai un comodino per fare il loro nido. Era stata la
luce ad attirarle, la luce e la finestra aperta d'estate. Oggi (sono
passati tanti anni) ne raccolgo una, una sola, e la porto con
delicatezza sul balcone. Cosa succederà dopo, non mi è dato
saperlo.
(immagini da "Guida agli insetti d'Europa" di Michael Chinery, ed. Franco Muzzio)
Io c'ho delle vespine che stanno sottoterra e che fanno delle larve che mangiano le foglie delle rose. Non vorrei ma mi sà che dovrò lavorare di insetticida.
RispondiEliminaho guardato su www.agraria.org e non risultano vespe parassite della rosa, però i parassiti delle rose sono tanti. Io conosco la cetonia aurata, che è un coleottero simile a uno smeraldo, verde brillante, grosso come l'unghia del pollice. Ci sono anche delle farfalle, forse sono bruchi di farfalla.
RispondiEliminaesiste un'ape, un'ape solitaria, che taglia i petali dei fiori per imbottire la sua tana. C'è un altro sito molto bello in cui potresti guardare, www.lucianabartolini.net
E io che pensavo fossero formiche frutto di una mutazione genetica!!!
RispondiElimina:-)
sopravvive solo la regina, che perde le ali e forma una nuova comunità. La differenza con le api è che ci possono essere diverse regine in un solo formicaio
EliminaPosto che le formiche, quando non si allargano troppo, mi sono piuttosto simpatiche, mentre quelle con le ali mi fanno un pochino schifo, non sapevo che fossero le stesse. Forse però tu non sai che esiste sull'Appennino bolognese il Monte delle Formiche (con relativo santuario) (info qui: https://www.montedelleformiche.it/introduzione). Io ci sono anche stata, in gioventù, ma evidentemente avevo trascurato di informarmi bene sulle formiche e credevo che quelle volanti fossero una razza a parte!
RispondiEliminanon ne sapevo niente, grazie :-)
Eliminaproprio oggi ho visto un qualcosa che non se sia formica, ape o vespa (somiglia molto a una formica alata, ma è molto piccola) che mi stava impollinando il basilico sul balcone... chissà se riuscirò mai a capire che cos'è. Intanto, la semenza del basilico la metto da parte.