Il cavallo di Brunilde si chiama Grane (cfr. Richard Wagner, Il crepuscolo degli dèi). Nomen Omen? Noi speriamo di no...
martedì 15 maggio 2018
rose cinesi e frutti di agazzino
L'orario del treno li strappò inesorabilmente dalla bella, amata Helstone, la mattina dopo. Se n'erano
andati. Avevano scorto la parte finale della canonica lunga e bassa, ricoperta per metà da rose cinesi e da frutti di agazzino – sembrava più familiare che mai, col sole mattutino che luccicava sulle finestre, ciascuna appartenente a una benamata stanza. Ancor prima di essersi sistemati sulla carrozza mandata da Southampton per portarli in stazione, se n'erano andati per non fare più ritorno. Una fitta al cuore spinse Margaret a sforzarsi di guardare fuori per afferrare l'ultimo scorcio della vecchia torre della chiesa, dalla curva dove sapeva di poterla vedere al di sopra del mare di alberi della foresta; ma anche il padre se ne ricordò, e in silenzio riconobbe che lui aveva più diritto di lei a quell'unico finestrino dal quale si riusciva a vedere. Si appoggiò all'indietro e chiuse gli occhi, le lacrime sgorgarono, dopo essere rimaste qualche istante a brillare sulle ciglia che facevano ombra, prima di rotolare lentamente giù per le guance e cadere, inosservate, sul suo vestito.
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Mi sono letta la sinossi del romanzo dal rimando del tuo post e mi pare intuire che sia un romanzo ancora molto attuale...
RispondiEliminaCentrale è il problema del rapporto tra padronato e operai. Il protagonista maschile, inizialmente restio ad ascoltare i propri dipendenti, finisce, grazie alla mediazione di Margaret, il personaggio chiave del romanzo, per trovare la strada della conciliazione e per prospettare un modello di produzione e gestione della manovalanza sostenibile, compatibile con le esigenze dei lavoratori. Lo spettro del mercato e della concorrenza, però, incombe..
RispondiEliminaIl titolo allude invece all'altro tema dominante, quello dell'imposizione, con l'industrializzazione, del modello urbano, modello molto diverso da quello rurale, legato al Sud, alla zona di provenienza di Margaret. Margaret è una sorta di figura mediatrice che pur non rifiutando la modernità, si pone, al contempo, il problema della sua sostenibilità.
:-)
Prima viene, sempre, l'imposizione; dopo, forse, la conciliazione. Ma che razza di vita... :-)
RispondiElimina...me lo dico anch'io ( con più frequenza e più insofferenza del solito, ahimè! )
RispondiEliminaUn caro saluto:-)