Una sera, al tramonto, aeree
lontananze, cieli profondi; e folle confuse; rumori, ombre,
moltitudini; spazi aperti all’infinito; vaga
sera... Ma sotto il caos delle apparenze, fra i
tempi e i luoghi, nell’illusione delle cose che si generano e
nascono, uno fra gli altri, uno come gli altri, distinto dagli altri,
simile agli altri, uno eguale e uno in più, dall’infinito delle
esistenze possibili, io sorgo; ed ecco che il tempo e il luogo si
precisano; e l’oggi, e il qui; l’ora che suona; e, intorno a me,
la vita; l’ora, il luogo, una sera d’aprile, Parigi, una chiara
sera al tramonto, i monotoni rumori, le case bianche, i fogliami
d’ombra; la sera più dolce, e una gioia di esistere, di camminare;
le strade e le folle e, nell’aria che spazia lontano, il cielo;
Parigi intorno canta e, nella foschia delle forme intraviste,
mollemente incornicia l’idea.
L’ora è suonata; le sei, l’ora
attesa. Ecco la casa dove debbo entrare, dove troverò qualcuno; la
casa; il portone; entriamo. Cade la sera;
l’aria e piacevole; c’è una gaiezza nell’aria. La scala; i
primi scalini. Se, per caso, fosse uscito in anticipo? lo fa qualche
volta; e io vorrei raccontargli la mia giornata. Il pianerottolo del
primo piano; la scala ampia e chiara; le finestre. Gli ho confidato,
a questo buon amico, la mia storia d’amore. Che bella serata
passerò! Non si burlerà più di me. Che deliziosa serata sarà!
(...)
(Edouard Dujardin, I lauri senza fronde,
ed. Einaudi 1975, traduzione Nicoletta Neri; l'inizio)
(foto dei fratelli Lumière, inizi 900; i colori sono originali, in autochrome)
Bellissimo monologo interiore. Ti consente di entrare nella scena descritta in modo intimo e intenso.
RispondiEliminaDujardin è considerato fra gli ispiratori di Joyce per il monologo interiore, proprio con questo romanzo - che però andrebbe letto in francese... A partire dal titolo che in originale è Les lauriers sont coupées, (spero di averlo scritto giusto) a volte tradotto con "Non più allori". Siamo a fine '800.
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