Mi viene proprio incontro, mi fissa con
il profondo pesante sguardo che hanno i cani, pieno di ansie e di
rimproveri. Fra poco, già lo immagino, mi salterà addosso con
mugolii di gioia. Invece, quando è a due metri e io allungo la mano
per accarezzarlo, lui scivola via, estraneo, e si allontana.
- Spartaco! - grido - Spartaco!
Ma il cane non risponde, non si ferma,
non volta neanche il muso. Lo vedo, pecorella nera, rimpicciolire,
dietro e fuori i successivi aloni dei fanali. «Spartaco!» chiamo
ancora. Niente. Troc troc. Adesso non lo si vede più.
(Dino Buzzati, da "La città
personale", numero 41 dei "Sessanta racconti")
(disegno di Dino Buzzati: è uno dei suoi cani)
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