" La temperatura era molto alta; era una di quelle notti che si sarebbero volentieri trascorse all'aperto, e non avevo ancora fretta di andare a letto. Ero tornato a casa in gondola, ascoltando il lento tonfo del remo nei canali angusti e bui, e ora l'unico pensiero che mi allettasse era la vaga considerazione che sarebbe stato piacevole sdraiarsi su un sedile del giardino nell'oscurità odorosa. Alla base di questo desiderio c'era senza dubbio l'odore del canale, e il respiro del giardino, non appena vi entrai, dette consistenza al mio proposito. Era delizioso - la stessa aria che doveva aver tremato ai voti di Romeo, quando egli se ne stava in mezzo ai fiori e levava le braccia verso il balcone della sua amata. Guardai le finestre del palazzo per vedere se l'esempio di Verona ( essendo Verona non molto distante ) non fosse stato seguito; ma era tutto buio, come al solito, e tutto silenzioso. "
Henry James, Il carteggio Aspern
ed. Alia
traduzione di Angelita La Spada
villa Eden |
Frederic Eden, un gentiluomo inglese, nel 1880 rilevò ciò che rimaneva dell'antico orto del convento della Croce e ne fece un giardino ricco di alberi, arbusti mediterranei e tropicali e di fiori, rose soprattutto. Il giardino e la villa furono successivamente della principessa Aspasia di Grecia e di sua figlia Alessandra. L'ultimo proprietario è stato l'architetto austriaco Hunderwasser, l'artefice delle residenze più colorate di Vienna ( qui ).
All’origine di The Aspern papers c’è probabilmente una vicenda di cui Henry James aveva preso nota nel suo diario durante un suo soggiorno fiorentino. Gli era stato raccontato che un critico d’arte di Boston desiderava impossessarsi di lettere di Shelley e Byron custodite da un’anziana signora a Firenze. Il seguito della storia, compreso lo stratagemma messo in atto dal critico bostoniano per impossessarsi del carteggio, viene ripercorso da James nel suo lungo racconto che, però, ha come scenario Venezia e personaggi con altra identità, sentimenti, modi di fare, quelli che l'autore loro regala. Nell’opera di James le lettere diventano quelle di un poeta americano, Jeffrey Aspern, e sono custodite da Juliana, una enigmatica, decrepita signora americana che da molti anni vive con la matura nipote in una dimora veneziana con tante sale silenziose e un giardino segreto.
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