D'inverno, specialmente la domenica, ti svegli in questa città tra lo scrosciare festoso delle sue innumerevoli campane, come se dietro le tendine di tulle della tua stanza tutta la porcellana di un gigantesco servizio da tè vibrasse su un vassoio d'argento nel cielo grigio perla. Spalanchi la finestra, e la camera è subito inondata da questa nebbiolina carica di rintocchi e composta in parte di ossigeno umido, in parte di caffè e di preghiere. Non importa la qualità e la quantità delle pillole che ti tocca inghiottire questa mattina: senti che per te non è ancora finita. Alla stessa stregua, non importa se sei più o meno autonomo, se e quante volte sei stato tradito, se il tuo esame di coscienza è più o meno radicale, più o meno sconsolante: comunque stiano le cose, presumi che per te ci sia ancora speranza, o almeno un futuro. (La speranza, diceva Francesco Bacone, è una buona colazione ma una pessima cena). Questo ottimismo deriva dalla nebbiolina; dalle preghiere che ne fanno parte, specialmente se è ora della colazione. In giorni come questo la città sembra davvero fatta di porcellana: come no, con tutte le sue cupole coperte di zinco che somigliano a teiere, o a tazzine capovolte, col profilo dei suoi campanili in bilico che tintinnano come cucchiaini abbandonati e stanno per fondersi nel cielo. (...) D'accordo, questo è un ottimo posto per le lune di miele, ma ho pensato spesso che bisognerebbe provarlo anche per i divorzi - per quelli in corso e per quelli già conclusi. Non c'è migliore fondale per un'estasi, per una passione che debba sfumare in dissolvenza; nessun egoista, abbia ragione o torto, può fare il divo in mezzo a questo servizio di porcellana posato su un'acqua di cristallo, perché il fondale gli ruba la scena.".
Iosif Brodskij, Fondamenta degli incurabili
ed. Adelphi
traduzione di Gilberto Forti
Questo stralcio postato è di struggente bellezza, un romanticismo elegante ma realista e, ancora una volta, scopro un autore che non conoscevo.
RispondiEliminaUn abbraccio.
In questo esile ma prezioso libro, Brodskij spiega perchè per diciassette anni, ogni inverno, ha sorvolato l'Atlantico per raggiungere Venezia..
RispondiEliminaTi piacerà, gemellina!
Abbraccio ricambiato:-)