Ecco, l'ippopotamo, che io ho creato al
pari di te,
mangia l'erba come il bue.Guarda, la forza è nei suoi fianchi
e il suo vigore nei muscoli del ventre.
Rizza la coda come un cedro,
i nervi delle sue cosce s'intrecciano saldi,
le sue vertebre, tubi di bronzo,
le sue ossa come spranghe di ferro.
Esso è la prima delle opere di Dio;
il suo creatore lo ha fornito di difesa.
I monti gli offrono i loro prodotti
e là tutte le bestie della campagna si trastullano.
Sotto le piante del loto si sdraia,
nel folto del canneto e della palude.
Lo ricoprono d'ombra i loti selvatici,
lo circondano i salici del torrente.
Ecco, si gonfi pure il fiume: egli non trema,
è calmo, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca.
Chi potrà afferrarlo per gli occhi,
prenderlo con lacci e forargli le narici?
(Libro di Giobbe 40, 15-24) (traduzione
da La Bibbia di Gerusalemme, 1983, edizioni Dehoniane Bologna)
(fotografie di Lewis Hine)
L'ippopotamo come mappa dell'universo... ( meriterebbe l'etichetta ad hoc.. :-)
RispondiEliminami ha sempre colpito quel "che ho creato al pari di te". Il Libro di Giobbe è uno dei più letti e commentati, e quindi i casi sono due: o c'è qualche intoppo con le traduzioni (in che lingua sarà stato l'originale?), oppure è un caso di rimozione totale: "al pari di te".
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