martedì 24 marzo 2020

Mamma Gatta ( III )


3.
Arriva dunque l'inverno, fa freddo, gela, è un inverno duro, in giardino non c'è niente da fare e ci si va poco. Vedo ancora ogni tanto la Gatta, ma dei gattini (ormai adulti) ho perso la traccia, mi dico che non ci saranno più. Invece, una gattina ricompare, ha saputo passare l'inverno e a marzo me la ritrovo sempre più vicina; le spiego che non ho la minima intenzione di prendere un gatto ma finirà che la vince lei, la sua storia la trovate qui. La Gatta continua a soffiare e a fare figli; non so più quanti ne ha fatti, crescono e se ne vanno via, ma lei ha preso il mio giardino a dimora stabile. Ogni tanto la saluto e le dico "ciao Gatta", ma lei si ritrae e soffia e minaccia, è davvero Tigre.


Ma poi ne è passata di acqua sotto i ponti, questo è un racconto di tempo e il tempo passa veloce. Volete sapere come va oggi, anno 2020? La Gatta è diventata docilissima, non si fa accarezzare ma prende i bocconi dalla mia mano. Ce ne ha messo del tempo, ma ormai della Tigre non ha più nulla, sembra perfino più piccola di com'era prima e chi viene a vederla per la prima volta non riesce a credere a quello che racconto di lei. Mi ha portato i piccoli e non ha detto niente quando li ho presi in mano, ma ha capito ben presto che io poi li davo via (mi sono appoggiato a persone fidate) e non li avrebbe visti più; accade anche che i gattini siano malati (nati a settembre, arriva subito il freddo...) e bisogna portarli via presto. Lei li cerca, i gattini non ci sono più, è triste e smagrita, temo che non passi l'inverno e invece ce la fa, a primavera ecco dei nuovi gattini, e poi ancora in estate, ma stavolta me li nasconde. Continua a venire da me, è sempre più domestica, ma i gattini non me li lascia più. Adesso è primavera ed è ancora incinta, i nuovi piccoli nasceranno ad aprile e vediamo cosa succederà. Intanto Ciccetta e Aramis, i suoi figli del 2016, sono sempre qui in giro: Ciccetta sul tetto del garage o sulla sua amaca, e Aramis (diventato un gattone da esposizione) che si alterna fra la casa che lo ha adottato e le avventure da gatto vero. Alla Gatta non piace molto avere in giro quei due, ma loro - ne sono sicuro - di lei si ricordano bene, del suo affetto e della sua magnifica Scuola di Gatto.
Ogni tanto, mentre si strofina come una micetta di casa, le chiedo: «Ma, e una di quelle belle soffiate di una volta? Non è che non mi vuoi più bene?»


(continua, ma non so quando)

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