(Robert Doisneau, 1953) |
Seguitò a tremare il povero cucciolo, senza inorgoglirsi di quella stima: sapeva di certo che il padrone con quel prezzo non aveva affatto stimato i suoi futuri meriti, ma la imbecillità che aveva creduto di leggermi in faccia. Io, intanto, avevo avuto il tempo di riflettere che, comprando quel cane, mi sarei fatto, sì, un amico fedele e discreto, il quale per amarmi e tenermi in pregio non mi avrebbe mai domandato chi fossi veramente e donde venissi e se le mie carte fossero in regola; ma avrei dovuto anche mettermi a pagare una tassa: io che non ne pagavo più! Mi parve come una prima compromissione della mia libertà, un lieve intacco ch’io stessi per farle.
- Venticinque lire? Ti saluto! - dissi al vecchio cerinajo. Mi calcai il cappellaccio su gli occhi e, sotto la pioggerella fina fina che già il cielo cominciava a mandare, m’allontanai, considerando però, per la prima volta, che era bella, sì, senza dubbio, quella mia libertà cosi sconfinata, ma anche un tantino tiranna, ecco, se non mi consentiva neppure di comperarmi un cagnolino.
(Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, capitolo VIII)
Che bel libro che hai scelto e che bella anche la foto
RispondiEliminaUn salutone e alla prossima
con Doisneau si va sempre sul sicuro
Elimina:-)
e così, in futuro, non ebbe nessuna ragione valida per passeggiare liberamente...
RispondiEliminaho controllato :-)
Eliminail romanzo esce nel 1904, quindi un bel po' prima della "spagnola"