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In principio era la Gatta, mi verrebbe
da dire; ma non è così, qui intorno fin da quand'ero bambino ci
sono sempre stati gatti (liberi o di proprietà) e me ne ricordo ancora tanti, dal
gattino che mi aveva graffiato perché cercavo di fargli il bagno
(considerate che ero molto piccolo, un ricordo lontano) e io non
capivo perché non avesse voluto giocare a quel gioco così
divertente, passando per la gattina che si metteva sotto le finestre
e diceva miao ogni volta che vedeva noi bambini affacciati (sapeva
che qualcosa sarebbe arrivato, e mia mamma ci aveva insegnato a
buttare bocconi piccoli, così non si sporca in giro). L'apparizione
della Gatta segue però un evento cupo e abbastanza recente, una
specie di tabula rasa: qualcuno aveva messo dei bocconi al veleno, e
ci fu una strage di gatti che noi vecchi del posto ancora ricordiamo;
ne fece le spese anche il cagnolino dei miei vicini di casa, poco più
grande di un gatto o forse delle stesse dimensioni. Raccolti o fatti
raccogliere i miseri resti (ne trovavamo in tutti i giardini, davvero
una cosa brutta), della vecchia guardia rimase solo una gattina
minuscola, miserina e con la coda di topo, che aveva preso in
simpatia mia mamma. La gattina, sopravvissuta miracolosamente al
veleno, non aveva più denti e non aveva più voce; mia mamma le
tagliava apposta dei pezzettini di carne delle dimensioni giuste da
poter ingoiare, e visse ancora per qualche anno (fece poi una fine
tragica, anche questa di matrice oscura). E' a questo punto, sette o
otto anni fa, che entra in scena la Gatta: una Gatta magnifica, non
tanto per il pelo (bianca con chiazze nere) ma per l'aspetto fiero e
per le movenze eleganti. Una Tigre, insomma. Mia mamma la mandava
via, spruzzandole addosso un po' d'acqua, perché portava via il cibo
alla povera gattina Codaditopo; ma poi Codaditopo sparì
definitivamente, e qui comincia una nuova storia.
(segue)
Mi sono tornate in mente scene simili alla mia infanzia. Nel quartiere dove abitavo a Genova c'erano anche lì molti gatti di proprietà di qualcuno e altri che gironzolavano liberi e vagabondi. Non ho mai avuto problemi, mi piace la loro compagnia, e negli anni ho avutop rapporti con donne che avevano gatti in casa.
RispondiEliminaSempre nel quartiere dove abitavo c'erano una gatta, comne dici anche tu, dalle movenze eleganti simile a quella della foto e la chiamavano "La Duchessa" che gironzolava sempre con un gatto rosso che evitava sempre tutti. Quando vedeva arrivare qualcuno si faceva fare una carezza ma alla seconda volta ti guardava e miagolava come dire: "E dai! Ancora?". Infatti lo avevano chiamato Milord...perché teneva le distanze con gli altri.
Un salutone e alla prossima
quando si comincia a parlare di gatti non si finisce più... queste saranno tre puntate, che condensano una decina d'anni.
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